Parte da Genova la mobilitazione contro il precariato nel giornalismo proclamata assieme allo stato di agitazione dal “Coordinamento dei precari di Repubblica”, scesi in piazza con il sindacato per contestare il licenziamento di tre giornalisti “colpevoli” di aver chiesto la propria stabilizzazione “dopo oltre dieci anni di finta collaborazione”. “Scrivevo una media di 400 articoli all’anno – spiega a ilFattoQuotidiano.it Massimiliano Salvo, responsabile della cronaca nera per la redazione genovese del quotidiano, licenziato a gennaio dall’azienda per avere avviato la causa – Mi hanno lasciato a casa dopo aver chiesto la stabilizzazione. Ero stato avvertito: il sindacato è rischioso per un precario”. La stessa sorte è toccata a Valerio Tripi, collaboratore da Palermo dal 1999. Alla “Repubblica dei precari”, com’è stato battezzato dagli organizzatori il presidio di oggi, presenti sostanzialmente tutti i giornalisti genovesi: “È la prima volta nella storia della testata che un movimento organizzato di giornalisti precari si spinge sino a questo punto in una vertenza politico sindacale – spiega Salvo – Questa battaglia contro il precariato e lo sfruttamento non riguarda riguarda solo noi, cacciati da Repubblica per aver chiesto un contratto, ma tutti i giornalisti, fotografi e videomaker precari di giornali, siti, agenzie, televisioni”. Una vertenza difficile come dimostra il fatto che da un coordinamento che raggruppava circa 90 precari hanno minacciato 40 cause delle quali ne sono state concretamente avviate solo quattro. La risposta dell’azienda, del resto, è stata molto diretta: i capofila della protesta sono stati messi alla porta.