Musica

Altamont Free Concert, un video inedito della Library of the Congress apre un nuovo scenario sulla “morte degli anni ’60”

Queste immagini inedite possono dare un'altro punto di vista sul "funerale degli anni '60". Il filmato è stato ritrovato per caso, spiega il giornalista Neely Tucker, perso tra le 200mila clip acquistate da un archivista, Rick Prelinger, circa vent'anni fa. Qualcuno ha notato due bobine intitolate genericamente "Stones in the park" e, credendo si trattasse di video inediti del concerto all'Hyde Park del 1969 ha deciso di recuperarle

di F. Q.

È il 6 dicembre 1969 quando i Rolling Stones atterrano con un elicottero vicino San Francisco, nella Contea di Alameda, per concludere il loro tour americano con il loro personale tributo al movimento hippie. In risposta ai prezzi elevatissimi dei biglietti per i concerti, il live è gratuito: “A kind of Woodstock West“, dirà il cantante della band Mick Jagger nel documentario Gimme Shelter dei fratelli Maysles. Nasce così l’Altamont Free Concert. E se Woodstock è considerato il simbolo del “flower power” e dei movimenti libertari degli anni ’60, è questo concerto organizzato dagli Stones a segnarne la fine. La ragione principale? La morte di quattro persone, tra cui il diciottenne afroamericano Meredith Hunter, accoltellato dai bikers Hell’s Angels, chiamati per il servizio d’ordine e pagati con alcolici.

La Library of the Congress ha pubblicato l’11 gennaio alcune immagini inedite del concerto che possono dare un’altro punto di vista sul “funerale degli anni ’60” (vengono in mente i Beatles e il documentario di Peter Jackson “Get Back“). Il filmato è stato ritrovato per caso, spiega il giornalista Neely Tucker, perso tra le 200mila clip acquistate da un archivista, Rick Prelinger, circa vent’anni fa. Qualcuno ha notato due bobine intitolate genericamente “Stones in the park” e, credendo si trattasse di video inediti del concerto all’Hyde Park del 1969 ha deciso di recuperarle. Tucker ha reso con una dichiarazione l’importanza di questo filmato per comprendere l’essenza di quei tempi: “Il video è muto, ma ci permette di vedere da vicino musicisti che hanno partecipato al concerto ma non sono finiti nel film, come Carlos Santana È stato particolarmente bello vedere Gram Parsons, in Gimme Shelter si vede a malapena la sua testa”.

È un video che non si focalizza sulle inaudite violenze degli Angels. La clip di 30 minuti circa si apre con i Santana che suonano su un palco forse troppo basso, ma circondato da sorrisi e vestiti di tutti i colori. Poi salgono sul palco i Jefferson Airplanes, il cui leader Marty Balin viene aggredito.

Una visione senza filtri, senza l’impostazione da film del documentario “Gimme Shelter“, una sorta di raccolta dei momenti salienti del concerto. Come Gram Parson, che aveva appena lasciato i Byrds per fondare i Flyng Burritos Brothers, ammirato da Mick Jagger e Keith Richards mentre canta e suona il tamburello, o l’intera performance di Crosby, Stills, Nash & Young. Una linea che segue le direttive della Library, come spiega il testo che accompagna il video “Qui alla Biblioteca ci dedichiamo all’acquisizione, alla descrizione, alla conservazione e all’accessibilità delle nostre collezioni in modo da non dare necessariamente la priorità ai classici”.

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