La morte è sempre esistita e sempre esisterà. E l’uomo dacché è sulla Terra è sempre morto e morirà. Eppure oggi la morte sembra un’eccezione e fa più paura. Complice l’epidemia ed il conseguente (non necessario ma funzionale) snocciolamento dei numeri dei decessi. E il potere ci gioca e ci giocano i media aprendo le pagine dei “giornali” con i quotidiani decessi, e inoculando, prima ancora del vaccino, il terrore.

Eppure anche nell’epoca precedente all’epidemia (è il laico a.C. ante Covid) ogni giorno morivano e muoiono in Italia persone a causa dei tumori, oppure qui in Valle Padana, dove vivo e che d’inverno si trasforma in una camera a gas, quotidianamente ne muoiono a causa dell’inquinamento. In un report del novembre 2020 l’Agenzia Europea per l’Ambiente ammoniva che ogni anno in Italia le morti premature per particolato sottile erano 59.500; per ozono 3.300; per biossido di azoto 21.600, con una media giornaliera di circa 231 morti al giorno.

Eppure il potere e i media non si sono mai sognati di dirci che ogni giorno tot persone morivano di tumore o a causa di problemi alle vie respiratorie. Eppure non dovrebbero esistere morti di serie A e morti di serie B, non vi pare? Di fatto invece esistono, e l’apparenza è che i morti per tumore o inquinamento siano considerati solo danni collaterali dello sviluppo e quindi trascurabili.

Ma la considerazione da fare è anche un’altra; cos’è questo improvviso interesse per la salute pubblica in uno Stato a cui fino ad oggi è fregato assai poco di essa? Basti pensare alle politiche perseguite dalla nascita della cosiddetta “repubblica” ad oggi. Ad iniziare dal permesso concesso a che industrie pericolose per la salute fossero allocate vicino o addirittura dentro centri abitati (Ilva a Taranto, polo petrolchimico in Venezia; Centrale Enel a carbone nella valle di Vado Ligure, sono solo esempi); per continuare con lo smantellamento della sanità pubblica e proseguire con la rinuncia alla medicina preventiva che salverebbe quella sì molte persone da cure onerose per lo Stato quando non da morte.

Oppure pensiamo alla campagna pubblicitaria relativa al consumo di carne, realizzata da Rai Pubblicità e cofinanziata dal ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo (Mipaaft), ben sapendo che è possibile causa di tumori al colon.

L’apparenza è che allo Stato della nostra salute non gliene può fregare di meno, oppure gliene frega “una beata minchia” (Albanese docet). E l’art. 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.” sia solo belle parole, come l’art. 9 sulla tutela del paesaggio o l’art. 42 sulla funzione sociale della proprietà privata. Se e quando finirà il Covid, cesseranno anche i bollettini di guerra di governo e media. Si continuerà a morire di sviluppo. Silenziosamente, di nascosto.

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