Via libera dell’Aula della Camera alla proposta di legge “light” sulla regolamentazione delle lobby. Il testo, approvato a Montecitorio con 339 voti a favore, nessun contrario e 42 astenuti (Fdi e Alternativa), deve ora passare al Senato. Il provvedimento istituisce un Registro per la trasparenza dell’attività di rappresentanza di interessi presso l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, cui i soggetti che intendono svolgere attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi hanno l’obbligo di iscriversi. Una norma che è stata frutto di numerosi compromessi e che è uscita annacquata dopo gli interventi di centrodestra e Italia viva.
Due le criticità emerse dopo le modifiche in commissione. È stato introdotto un “periodo di raffreddamento” che separa l’incarico pubblico da quello privato, ma dopo l’opposizione di centrodestra e Italia viva, la parte che disciplina le porte girevoli è stata abbassata da tre anni a un anno e vale solo per gli ex membri di governo nazionale e regionale. Esclusi quindi i parlamentari e tutti gli altri soggetti che non possono condurre attività di lobbying solo durante il mandato parlamentare. Un’altra modifica che ha annacquato il disegno di legge è stata poi l’esclusione di Confindustria e dei sindacati dagli obblighi di trasparenza: l’esenzione è stata voluta da parlamentari di quasi tutti i partiti, dalla Lega al Pd passando per Forza Italia, Italia viva, Coraggio Italia, Noi con l’Italia e persino le minoranze linguistiche del Gruppo misto.
“L’approvazione da parte della Camera dimostra che finalmente i tempi sono maturi per affrontare un tema cruciale per il funzionamento delle nostre democrazie liberali”, commenta The Good Lobby in una nota. Specifica tuttavia che sul testo di legge si è generato un “compromesso al ribasso”. Per questo motivo le 32 organizzazioni della coalizione #Lobbying4Change, “accolgono positivamente il progresso nel dotare il Paese di una legge così importante per salvaguardare i processi democratici e renderli più inclusivi ma chiedono con forza chiedono con forza ai nostri rappresentanti eletti di correggere il lavoro svolto finora”, ha dichiarato Federico Anghelé, direttore di The Good Lobby. “Il Senato ha l’opportunità di non sprecare questa occasione storica e di dotare il Paese di una legge sulla trasparenza dei processi decisionali efficace e in linea con gli standard internazionali”.
In generale la proposta di legge chiarisce quali sono i decisori pubblici presso i quali i lobbisti svolgono la propria attività: parlamentari e componenti del governo, rappresentanti degli organi delle Autonomie territoriali, presidenti e componenti delle Autorità indipendenti, organi di vertice degli enti statali, titolari degli incarichi di vertice degli enti territoriali e altri enti pubblici, responsabili degli uffici di diretta collaborazione delle istituzioni e degli organismi citati dalla nuova disciplina. Viene peraltro precisato che le nuove disposizioni non si applicano all’attività di rappresentanza di interessi particolari svolta da enti pubblici, anche territoriali, o da associazioni o altri soggetti rappresentativi di enti pubblici, nonché dai partiti o movimenti politici, né alle attività svolte da esponenti di organizzazioni sindacali e imprenditoriali. L’elenco, tenuto in forma digitale, sarà articolato in due parti: una con accesso riservato ai soggetti iscritti alle Amministrazioni pubbliche, l’altra consultabile per via telematica da chiunque attraverso Spid o carta d’identità elettronica. Oltre a questo arriverà anche l’agenda degli incontri tra i rappresentanti di interessi e i decisori pubblici, con l’obbligo, per i primi, di tenere e aggiornare con cadenza settimanale la lista degli incontri (ma i decisori pubblici potranno opporsi alla pubblicazione di informazioni false).
Sempre presso l’Antitrust nascerà un Comitato di sorveglianza sulla trasparenza dei processi decisionali pubblici, presieduto da un membro del CNEL, cui sono attribuite le funzioni di controllo e di irrogazione delle sanzioni amministrative previste dal testo, che definisce specifici diritti e obblighi in capo ai rappresentanti di interessi per finalità di trasparenza dell’attività svolta. Al Comitato spetta inoltre l’adozione di un Codice deontologico che stabilisce le modalità di comportamento cui devono attenersi coloro che svolgono l’attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi.
Le funzioni del Comitato di sorveglianza relative all’attività parlamentare verranno svolte da una Commissione bicamerale composta da 5 deputati e 5 senatori. Le disposizioni previste dal testo non si applicano in ogni caso all’attività di rappresentanza di interessi particolari svolta da enti pubblici, anche territoriali, o da associazioni o altri soggetti rappresentativi di enti pubblici, nonché dai partiti o movimenti politici, né alle attività svolte da esponenti di organizzazioni sindacali e imprenditoriali. L’Istat dovrà integrare la classificazione delle attività economiche Ateco, inserendo un codice specifico per l’attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi.
Nonostante i compromessi, i 5 stelle difendono il via libera. “L’approvazione della legge che disciplina la rappresentanza d’interessi è un traguardo per cui il Movimento 5 Stelle si è fortemente battuto”, ha dichiarato Vittoria Baldino, relatrice del testo finale. “Un provvedimento che abbiamo promosso attraverso la proposta del collega Francesco Silvestri, confluita nel testo unificato, perché a oggi nel nostro ordinamento, non esiste una definizione di lobbismo né una disciplina organica dell’attività di rappresentanza di interessi”. Mentre il collega Silvestri ha aggiunto: “La trasparenza e la partecipazione non sono una minaccia, e questo Paese è pieno di persone e associazioni che vogliono contribuire al processo decisionale e arricchirlo”, ha dichiarato. “Questa è la prima volta che una legge sulla rappresentanza d’interessi, che impatta sulla vita di tutti, ha la possibilità di arrivare a compimento qui alla Camera, e auspichiamo presto anche in Senato, per restituire il prestigio in ambito di trasparenza e partecipazione che questo Paese ha perso nel corso degli anni”.
Il testo finale della legge è stato apprezzato anche dal centrodestra, tranne Fdi che ha deciso di non votare. “Questa misura è il frutto di compromessi al ribasso di una maggioranza in cui convivono garantisti e ipergiustizialisti”, ha dichiarato Emanuele Prisco. “Se l’intento è costruire tribunali del popolo o ulteriori legami burocratici ricordiamo che questo non è quello che serve all’Italia. La Pdl ruota intorno al Registro della trasparenza che, mancando dei presupposti di reciprocità e premialità che alimenterebbero i rapporti di trasparenza, resta un’operazione di facciata”.
Politica
Pdl lobby, via libera della Camera alla legge “light” sulla regolamentazione: 339 voti a favore, nessun contrario. Fdi si astiene
Il testo uscito dalla commissione risente di alcuni compromessi: il periodo di raffreddamento dopo l'incarico politico non vale per i parlamentari ed è stato abbassato a 1 anno. E dal registro per la trasparenza sono esclusi Confindustria e i sindacati. Per i 5 stelle si tratta comunque di "un traguardo importante": "Ad oggi nel nostro ordinamento, non esisteva una definizione di lobbismo né una disciplina organica". Il provvedimento ora passa in Senato. The Good Lobby: "Palazzo Madama elimini la clausola di esclusione per Confindustria e sindacati"
Via libera dell’Aula della Camera alla proposta di legge “light” sulla regolamentazione delle lobby. Il testo, approvato a Montecitorio con 339 voti a favore, nessun contrario e 42 astenuti (Fdi e Alternativa), deve ora passare al Senato. Il provvedimento istituisce un Registro per la trasparenza dell’attività di rappresentanza di interessi presso l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, cui i soggetti che intendono svolgere attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi hanno l’obbligo di iscriversi. Una norma che è stata frutto di numerosi compromessi e che è uscita annacquata dopo gli interventi di centrodestra e Italia viva.
Due le criticità emerse dopo le modifiche in commissione. È stato introdotto un “periodo di raffreddamento” che separa l’incarico pubblico da quello privato, ma dopo l’opposizione di centrodestra e Italia viva, la parte che disciplina le porte girevoli è stata abbassata da tre anni a un anno e vale solo per gli ex membri di governo nazionale e regionale. Esclusi quindi i parlamentari e tutti gli altri soggetti che non possono condurre attività di lobbying solo durante il mandato parlamentare. Un’altra modifica che ha annacquato il disegno di legge è stata poi l’esclusione di Confindustria e dei sindacati dagli obblighi di trasparenza: l’esenzione è stata voluta da parlamentari di quasi tutti i partiti, dalla Lega al Pd passando per Forza Italia, Italia viva, Coraggio Italia, Noi con l’Italia e persino le minoranze linguistiche del Gruppo misto.
“L’approvazione da parte della Camera dimostra che finalmente i tempi sono maturi per affrontare un tema cruciale per il funzionamento delle nostre democrazie liberali”, commenta The Good Lobby in una nota. Specifica tuttavia che sul testo di legge si è generato un “compromesso al ribasso”. Per questo motivo le 32 organizzazioni della coalizione #Lobbying4Change, “accolgono positivamente il progresso nel dotare il Paese di una legge così importante per salvaguardare i processi democratici e renderli più inclusivi ma chiedono con forza chiedono con forza ai nostri rappresentanti eletti di correggere il lavoro svolto finora”, ha dichiarato Federico Anghelé, direttore di The Good Lobby. “Il Senato ha l’opportunità di non sprecare questa occasione storica e di dotare il Paese di una legge sulla trasparenza dei processi decisionali efficace e in linea con gli standard internazionali”.
In generale la proposta di legge chiarisce quali sono i decisori pubblici presso i quali i lobbisti svolgono la propria attività: parlamentari e componenti del governo, rappresentanti degli organi delle Autonomie territoriali, presidenti e componenti delle Autorità indipendenti, organi di vertice degli enti statali, titolari degli incarichi di vertice degli enti territoriali e altri enti pubblici, responsabili degli uffici di diretta collaborazione delle istituzioni e degli organismi citati dalla nuova disciplina. Viene peraltro precisato che le nuove disposizioni non si applicano all’attività di rappresentanza di interessi particolari svolta da enti pubblici, anche territoriali, o da associazioni o altri soggetti rappresentativi di enti pubblici, nonché dai partiti o movimenti politici, né alle attività svolte da esponenti di organizzazioni sindacali e imprenditoriali. L’elenco, tenuto in forma digitale, sarà articolato in due parti: una con accesso riservato ai soggetti iscritti alle Amministrazioni pubbliche, l’altra consultabile per via telematica da chiunque attraverso Spid o carta d’identità elettronica. Oltre a questo arriverà anche l’agenda degli incontri tra i rappresentanti di interessi e i decisori pubblici, con l’obbligo, per i primi, di tenere e aggiornare con cadenza settimanale la lista degli incontri (ma i decisori pubblici potranno opporsi alla pubblicazione di informazioni false).
Sempre presso l’Antitrust nascerà un Comitato di sorveglianza sulla trasparenza dei processi decisionali pubblici, presieduto da un membro del CNEL, cui sono attribuite le funzioni di controllo e di irrogazione delle sanzioni amministrative previste dal testo, che definisce specifici diritti e obblighi in capo ai rappresentanti di interessi per finalità di trasparenza dell’attività svolta. Al Comitato spetta inoltre l’adozione di un Codice deontologico che stabilisce le modalità di comportamento cui devono attenersi coloro che svolgono l’attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi.
Le funzioni del Comitato di sorveglianza relative all’attività parlamentare verranno svolte da una Commissione bicamerale composta da 5 deputati e 5 senatori. Le disposizioni previste dal testo non si applicano in ogni caso all’attività di rappresentanza di interessi particolari svolta da enti pubblici, anche territoriali, o da associazioni o altri soggetti rappresentativi di enti pubblici, nonché dai partiti o movimenti politici, né alle attività svolte da esponenti di organizzazioni sindacali e imprenditoriali. L’Istat dovrà integrare la classificazione delle attività economiche Ateco, inserendo un codice specifico per l’attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi.
Nonostante i compromessi, i 5 stelle difendono il via libera. “L’approvazione della legge che disciplina la rappresentanza d’interessi è un traguardo per cui il Movimento 5 Stelle si è fortemente battuto”, ha dichiarato Vittoria Baldino, relatrice del testo finale. “Un provvedimento che abbiamo promosso attraverso la proposta del collega Francesco Silvestri, confluita nel testo unificato, perché a oggi nel nostro ordinamento, non esiste una definizione di lobbismo né una disciplina organica dell’attività di rappresentanza di interessi”. Mentre il collega Silvestri ha aggiunto: “La trasparenza e la partecipazione non sono una minaccia, e questo Paese è pieno di persone e associazioni che vogliono contribuire al processo decisionale e arricchirlo”, ha dichiarato. “Questa è la prima volta che una legge sulla rappresentanza d’interessi, che impatta sulla vita di tutti, ha la possibilità di arrivare a compimento qui alla Camera, e auspichiamo presto anche in Senato, per restituire il prestigio in ambito di trasparenza e partecipazione che questo Paese ha perso nel corso degli anni”.
Il testo finale della legge è stato apprezzato anche dal centrodestra, tranne Fdi che ha deciso di non votare. “Questa misura è il frutto di compromessi al ribasso di una maggioranza in cui convivono garantisti e ipergiustizialisti”, ha dichiarato Emanuele Prisco. “Se l’intento è costruire tribunali del popolo o ulteriori legami burocratici ricordiamo che questo non è quello che serve all’Italia. La Pdl ruota intorno al Registro della trasparenza che, mancando dei presupposti di reciprocità e premialità che alimenterebbero i rapporti di trasparenza, resta un’operazione di facciata”.
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Addio a Pizzul, voce storica delle telecronache della Nazionale. Da “tutto molto bello” a Italia 90, ha rivoluzionato il racconto in tv del calcio
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Milano e le inchieste sull’urbanistica: il primo arresto. Ai domiciliari ex dirigente: ‘Corruzione e depistaggio’. Domani in Senato l’esame della legge voluta da Sala
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Trump: “Apprezzo il messaggio di Zelensky in favore della pace, segnali anche dalla Russia”. E insiste: “Prenderemo pure la Groenlandia”
Tokyo, 5 mar. (Adnkronos) - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sta incontrando il Primo ministro giapponese, Shigeru Ishiba, nel palazzo Kantei, per quello che è l'appuntamento con la valenza più politica della Visita ufficiale che il Capo dello Stato sta effettuando nel Paese del Sol levante e che si protrarrà fino a sabato prossimo.
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - “Addio a Bruno Pizzul. La sua voce inconfondibile ci ha accompagnato per decenni nelle notti del calcio. Da quelle ‘magiche’ della nazionale azzurra ai mondiali del ’90, a quella ‘tragica’ dell’Heysel. Professionale, coinvolgente, pacato. Ci lascia un gigante del giornalismo sportivo e della Rai. Condoglianze alla famiglia”. Così la senatrice di Italia viva Daniela Sbrollini, responsabile sport del partito.
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - La politica trumpiana sui dazi "non ci ha indotto a modificare la nostra strategia. Allo stato attuale, stante la geografia dei dazi, l’impatto sul nostro business è zero’. Così Alessandro Bernini, Ceo di Maire, rispondendo alle domande dei giornalisti in occasione del Capital Market Day 2025, con il quale il Gruppo ha presentato i risultati del 2024 e gli obiettivi per il prossimo futuro alla business community nazionale ed internazionale riunita nell’head quarter milanese dell’azienda.
“Per quello che ci serve in Italia e in Europa - aggiunge - abbiamo una supply chain domestica, con la nostra vendor list italiana che valorizza l’economia del nostro Paese, per quanto ci è possibile”.
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - “Si è spenta per sempre la voce di Bruno Pizzul che ha accompagnato per tanti anni le nostre domeniche di calcio. Con il suo stile inconfondibile di vero professionista del servizio pubblico. Prima Niccolò Carosio poi Nando Martellini e infine Bruno Pizzul. Icone del giornalismo sportivo della Rai e non solo". Lo afferma l'europarlamentare del Pd Sandro Ruotolo, responsabile Informazione del partito.
"Bruno Pizzul -aggiunge- è stato un tifoso della Nazionale, sì, ma mai partigiano. Raccontava il calcio con misura, con un codice di sobrietà e senza cercare di essere protagonista. Niente eccessi, nessuna sciatteria linguistica, solo competenza e passione. Un esempio di giornalismo sportivo che oggi sembra lontano. Che la terra gli sia lieve”.
Milano, 5 mar. (Adnkronos) - Assimpredil-Ance Milano e la società immobiliare Abitare In risultano indagate in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti nell'inchiesta milanese sull'urbanistica che ha portato ai domiciliari l'architetto Giovanni Oggioni, in qualità di vice presidente della commissione per il Paesaggio di Palazzo Marino.
In particolare, secondo quanto emerge nell'ordinanza del giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini, alla società immobiliare viene contestato di "non aver rilevato l'evidente conflitto di interessi tra Oggioni dirigente del Sue di Milano e poi vice presidente delle commissione per il Paesaggio e la figlia (non indagata, ndr) remunerata (circa 124mila euro) quale stabile collaboratrice dell'impresa" dal 2020 a oggi.
Per Assimpredil-Ance Milano, invece, la contestazione riguarda il "non aver rilevato - si legge nel provvedimento - l'evidente conflitto di interessi di Oggioni incaricato di un contratto di consulenza pluriennale del valore di 178.000 euro" (quasi 179mila secondo la cifra indicata nel sequestro preventivo), dal novembre 2021 e ancora in essere. La procura di Milano ha chiesto il sequestro preventivo di circa 300 mila euro come profitto del reato contestato all'architetto arrestato.
Milano, 5 mar. (Adnkronos) - Giovanni Oggioni, l'architetto ed ex dirigente del Comune di Milano finito ai domiciliari per corruzione, falso e depistaggio in un'inchiesta sull'urbanistica, ha usato il suo ruolo di vice presidente della Commissione per il paesaggio di Palazzo Marino, come "cerniera occulta tra l'amministrazione e gli interessi dei privati". Lo sostiene il giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini che ha respinto la richiesta del carcere avanzata dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici. Ne è prova, ad esempio, "l'aver brigato per pilotare le candidature e le nomine dei componenti della commissione per il paesaggio da rinnovare".
Le indagini "hanno disvelato l'esistenza di un consolidato sistema di corruttela commistione tra interessi pubblici e privati, incentrato - tra gli altri - sulla figura di Giovanni Oggioni e la Commissione Paesaggio. In pratica, grazie alla presenza di Oggioni all'interno dell'organismo (interamente composto da professionisti operanti sul territorio di Milano), importanti costruttori privati potevano ottenere informazioni, anticipazioni e un occhio di riguardo per le pratiche di interesse" scrive il giudice nell'ordinanza di custodia cautelare. "Tutto ciò era accompagnato da un disinvolto rilascio di titoli edilizi illegittimi, preceduto da mistificazioni e omissioni disseminate in maniera strumentale, nonché da un sistematico aggiramento delle norme morfologiche di settore e delle procedure previste dalla legge per garantire il vaglio da parte della Giunta regionale" si legge nel provvedimento.
Il canale del convenzionamento privato, la manipolazione terminologica, l'istituzione della Commissione Paesaggio e il conferimento a quest'ultima di poteri discrezionali- non previsti dalla normativa primaria e secondaria - hanno stravolto i termini della pianificazione urbanistica meneghina, concentrandola in capo a un ristretto gruppo di potere, assai permeabile alle pressioni delle lobbies costruttrici". Per quanto riguarda Oggioni "il sistema corruttivo è rodato, remunerativo, e da difendere a oltranza". L'architetto "ha premuto affinché, in occasione del rinnovo della Commissione Paesaggio (insediata il 7 gennaio 2025), venisse data continuità alla linea seguita dalla composizione precedente, ottenendo, nei fatti, che diversi membri (4 su 15, quasi un terzo) venissero riconfermati. Oltre a ciò, si è visto come Oggioni avesse orientato tutte le nomine, attingendo a un bacino di soggetti graditi e in modo tale da estromettere, o comunque arginare, candidature scomode".
Firenze, 4 feb. - Adnkronos) - "Speriamo di mettere l'Italia al primo posto per la ricerca farmaceutica e non solo per la produzione". Lo ha detto Elcin Barker Ergun, Ceo di Menarini, nel corso della conferenza stampa di presentazione dei dati 2024 del Gruppo Menarini a Firenze. "Nel 2025 - ha aggiunto Barker Ergun - non ci saranno grandi cambiamenti nel Gruppo Menarini ma ci aspettiamo che continui la crescita in volume e in valore. Stiamo infatti allargando le approvazioni dei farmaci in molti Paesi".
"Le aziende che non useranno l'intelligenza artificiale non saranno competitive nel futuro. Grazie all'intelligenza artificiale - ha aggiunto - possiamo aumentare l'efficienza operativa e così accelerare tutti i processi, dalla ricerca ai trial per arrivare all'approvazione di un farmaco in tempi più rapidi".