Centrodestra e Italia Viva votano contro il parere favorevole del governo e affondano l’emendamento al decreto Covid, proposto da Leu-Ecosolidali, che chiedeva di consentire alle parafarmacie di fare test molecolari e antigenici rapidi per diagnosticare l’infezione da Sars-Cov-2. Contro la modifica, che ha avuto 13 voti contrari e 11 favorevoli in commissione Affari Costituzionali del Senato, si sono schierati i renziani, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, che nelle sue fila in Parlamento annovera il vice presidente della Camera Andrea Mandelli, presidente dal 2009 della Federazione Ordine farmacisti italiani. Era stato presentato anche un emendamento da Gianluca Castaldi, M5s, con il parere favorevole, oltre a quello del governo, anche del relatore del provvedimento, Nazario Pagano di Forza Italia. Lo stesso Pagano, però, al momento del voto dell’emendamento di Leu si è allineato al centrodestra.
Secondo diverse stime, la possibilità di effettuare tamponi nelle parafarmacie aumenterebbe la capacità diagnostica di circa il 20%, decongestionando almeno in parte le lunghe fila che nelle ultime settimane hanno interessato farmacie e drive through. “La bocciatura di quell’emendamento va tutto a danno dei bisogni e delle necessità dei cittadini, nonché della credibilità della politica: in una fase come questa si dovrebbe essere parte della soluzione e non dei problemi. Per il Movimento non finisce qui”, scrive in un post su Facebook il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. “Quando la politica abbandona il buonsenso e agisce per finalità diverse dal bene comune a pagare il conto più salato sono sempre i cittadini”. “Un lobbismo senza vergogna. Farmacisti che hanno una laurea come gli altri non possono fare i tamponi mentre la gente è in coda. E poi parlano di liberalizzazioni”, twitta l’ex segretario Pd Pierluigi Bersani.
“I cittadini devono sapere che quando stanno in fila per ore davanti alle farmacie, Italia Viva e centrodestra, per tutelare interessi di pochi, hanno bocciato l’emendamento che consentiva alle parafarmacie di effettuare i tamponi antigenici rapidi”, dicono Loredana De Petris e Sandro Ruotolo di Leu-Ecosolidali. Il Movimento cinque stelle invece annuncia che la “battaglia andrà avanti” in Aula durante la discussione del decreto, che tra le altre cose prevede il Green pass rafforzato: “Purtroppo, Italia Viva e centrodestra hanno scelto di bocciare un emendamento al decreto sul green pass rafforzato senza valide motivazioni se non quella di difendere un ordine professionale – afferma il grillino Castaldi – Un emendamento che, vista l’alta richiesta di test da parte dei cittadini, causata dall’aumento dei contagi, avrebbe permesso un passo avanti fondamentale”. Lo screening – aggiunge – è una parte fondamentale della gestione della pandemia. Oggi avremmo potuto renderlo più forte”.
Va ricordato che secondo un’indagine realizzata dal Centro studi di Conflavoro Pmi nei 14 giorni di festività natalizie sono stati oltre 8,5 milioni i tamponi rapidi antigenici a cui si sono sottoposti gli italiani per una spesa complessiva di 126 milioni di euro. Un tampone – metteva poi in evidenza la ricerca – viene rivenduto alle farmacie a 2,50-3 euro e il margine registrato durante le festività è stato di circa 8,92 milioni di euro per gli importatori e di 102 milioni di euro per le farmacie.
“Qualcuno ha citato il problema delle file davanti alle farmacie per fare i tamponi, che aprendo alle parafarmacie si potrebbe risolvere, ma in realtà l’intoppo vero non è lì bensì sulla fase del tracciamento e della gestione delle certificazioni”, sostiene la senatrice di Italia Viva Annamaria Parente. Per spiegare il proprio voto contrario alla proposta, nonostante fosse stata avallata dal governo, la renziana ha spiegato che le parafarmacie sono esercizi commerciali che “non fanno parte del servizio sanitario nazionale, se non pochissime, quindi non sono nelle piattaforme che gestiscono le tessere sanitarie”. Sarebbe quindi stato necessario, a suo avviso, “creare un piattaforma parallela su dati sensibili” ma “somministrare tamponi anti Covid non è come dare un’aspirina al banco”.