Il 15 febbraio la Corte costituzionale si pronuncerà anche sul referendum sulla cannabis, non solo sui sei quesiti sulla giustizia e su quello sull’eutanasia. Nel pomeriggio, infatti, la Corte di Cassazione ha validato le oltre 600mila firme raccolte dal comitato promotore “Referendum cannabis legale“, che ha commentato la decisione con un Tweet in cui festeggia l’arrivo del primo via libera.
???? ARRIVA IL PRIMO OK AL REFERENDUM CANNABIS
???? Oggi la Corte di Cassazione ci ha comunicato che le firme che abbiamo consegnato a Ottobre sono sufficienti a convocare il #ReferendumCannabis nella prossima primavera.
???? Una notizia bellissima che aspettavamo da giorni! pic.twitter.com/D1ZE4Us5ki
— ReferendumCannabis.it (@RefCannabis) January 12, 2022
Il referendum è quindi arrivato in Consulta, che tra un mese si pronuncerà invece sull’ammissibilità dei quesiti. In particolare, il referendum sulla cannabis intende depenalizzare la coltivazione e l’uso personale ed è promosso dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Società della Ragione, Antigone e dai partiti +Europa, Possibile e Radicali italiani.
Sono ancora sette i quesiti al vaglio della Consulta. Quello sull’introduzione dell’eutanasia legale ha raccolto oltre un milione e 200mila firme, depositate in Cassazione l’ottobre scorso da Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni e dagli altri volontari del Comitato promotore. Poi, i sei sulla giustizia, promossi dai Radicali e dalla Lega (oltre che dai consigli regionali di Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria e Veneto) che riguardano l’elezione dei consiglieri togati del Consiglio supremo della magistratura (Csm), la responsabilità civile e le valutazioni sulla professionalità dei magistrati, la separazione delle carriere tra giudici e pm, la carcerazione preventiva e la legge Severino.