Lo scatto che sta facendo il giro del mondo ritrae un giovane che porta sulle spalle il padre 67enne per 12 lunghe ore. Obiettivo dell’impresa? Consentire all’anziano di ricevere il vaccino contro il Covid. Come riportato dal quotidiano spagnolo El Mundo, il ragazzo, Tawy Zó’é, 24 anni, ha attraversato la foresta pluviale amazzonica a piedi, insieme al padre disabile Wahu: lo ha legato con il suo jamanxim, una portantina di corde intrecciate e si è messo in viaggio. Sei ore all’andata e sei al ritorno per la coppia di indigeni che vivono nel Nord del Brasile.
All’ arrivo al presidio medico, hanno trovato il dottor Jennings Simões. Il medico, commosso per l’eroica impresa, ha scattato una foto. Era il 22 gennaio 2021 ma per quasi un anno, Simões ha conservato l’immagine e solo qualche giorno fa l’ha condivisa su Instagram come immagine-simbolo del 2021 appena terminato. “Il momento più straordinario del 2021 – ha scritto il medico nella didascalia a corredo dello scatto -, Tawy Zoé porta suo padre Wahu Zoé al primo vaccino contro il covid-19. Tawy ha portato suo padre per 6 ore all’interno di una foresta con colline, ruscelli e ostacoli fino alla nostra base. Dopo il vaccino, ha messo di nuovo suo padre sulla schiena e ha camminato per altre 6 ore fino al suo villaggio. Arriva l’anno 2022 e nessun caso di COVID-19 è stato registrato nella popolazione di Zoé”.
Il team del dottor Jennings ha pianificato la vaccinazione degli indigeni: “Insieme abbiamo costruito il modo più sicuro di procedere – ha detto l’esperto 52enne, impegnato da 20 anni nella cura dei popoli della foresta-. Abbiamo utilizzato alcune capanne nei villaggi vicino alla nostra base, luoghi aperti e ariosi, dove gli Zó’é non dormivano. Ogni famiglia è stata vaccinata separatamente e sono arrivati per strade che solo loro conoscono, per evitare gli incroci tra i gruppi”. Finora la pandemia ha colpito 57mila nativi brasiliani e ne ha sterminati 853, secondo i dati della Segreteria per la salute indigena. Numeri di molto sottostimati per l’Associazione dei popoli indigeni brasiliani: già a marzo 2021 sarebbero state superate le mille vittime. Ma gli Zo’é finora sono stati risparmiati, lo riporta il Corriere.
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