Un’altra impennata di ricoveri, terapie intensive e decessi per Covid, con gli ospedalizzati che crescono del 32,2% in una settimana (+4.155), i posti letto occupati in rianimazione del 20,5% (+285) e le nuove vittime del 37,4% (+1.511). E i contagi che in soli sette giorni sfondano quota 1,2 milioni: 1.207.689 contro gli 810.535 della settimana precedente (+49%). Sono i numeri del monitoraggio settimanale diffuso dalla fondazione Gimbe e riferito all’intervallo 5-11 gennaio, in cui l’incidenza del virus – si legge – ha superato i 2mila casi ogni 100mila abitanti in 56 province, con il dato più alto nel Riminese (4.469). Gli attuali positivi invece schizzano del 68,7% (+868.842).

Continua a crescere anche la pressione sugli ospedali: all’11 gennaio, il tasso di occupazione nazionale da parte di pazienti positivi è del 26,6% in area medica e del 18,2% in area critica. A eccezione di Molise e Sardegna, tutte le regioni superano la soglia del 15% in area medica, con la Valle d’Aosta che raggiunge il 53,5%; ad eccezione di Basilicata, Molise e Puglia tutte le altre superano la soglia del 10% in area critica, con la provincia di Trento al 31,1%. “Le elevate coperture vaccinali – dichiara il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta – ammortizzano in maniera rilevante l’impatto della circolazione virale sui servizi ospedalieri. Tuttavia, l’enorme quantità di nuovi casi in continua crescita sta progressivamente saturando gli ospedali sia perché “incontra” una popolazione suscettibile troppo numerosa (2,2 milioni di 0-4 anni non vaccinabili, 8,6 milioni di non vaccinati e oltre 15 milioni in attesa della terza dose)”, sia, “in misura minore”, per la capacità delle variante Omicron di bucare le difese immunitarie fornite dal vaccino.

Nella settimana dal 3 al 9 gennaio 2022, riporta il monitoraggio, ci sono stati 483.512 nuovi vaccinati, +62,1% rispetto ai 298.253 della settimana precedente. L’aumento ha però riguardato in particolare la fascia 5-11 anni (+53,3%) e quella 12-19 (+65,5%), “mentre la recente introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 al momento non ha sortito grandi effetti, visto che in questa fascia anagrafica i nuovi vaccinati sono solo 73.690“. All’11 gennaio – riassume Gimbe – rimangono 8,61 milioni di persone senza nemmeno una dose di vaccino: 2,98 milioni appartengono alla fascia 5-11 anni, oltre 800mila alla fascia 12-19 e 2,21 milioni sono over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione.

“Ci troviamo in una fase estremamente critica della pandemia – conclude Cartabellotta – in cui distorte narrative ottimistiche appannano l’insufficienza delle misure per rallentare la curva dei contagi e sottovalutano i rischi per la salute delle persone e per l’economia del Paese. L’ingente numero di nuovi casi, dopo aver mandato in tilt i servizi territoriali, sta determinando la progressiva saturazione degli ospedali, con limitazione degli interventi chirurgici programmati – anche in pazienti oncologici – e la riduzione delle capacità assistenziali, anche perché il personale sanitario è ormai allo stremo. In secondo luogo, l’enorme numero di persone positive sta progressivamente paralizzando numerosi servizi essenziali: dai trasporti alla scuola, dalla sanità agli uffici pubblici. Infine, a meno di “iniezioni” di posti letto dell’ultim’ora o di modifica dei criteri per classificare i pazienti Covid ospedalizzati, entro fine mese numerose Regioni andranno in zona arancione e qualcuna rischia la zona rossa”.

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