Aumentano i ricoverati complessivi. Cala, ma solo in alcune regioni, l’occupazione delle terapie intensive. Questo, in sintesi, il contenuto dell’ultimo monitoraggio di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servisi sanitari regionali. Nel dettaglio, cala in 8 regioni pur rimanendo stabile al 18% a livello nazionale, ben oltre la soglia di rischio del 10%, il tasso d’occupazione delle terapie intensive italiane, nel bel mezzo della quarta ondata di coronavirus che sta attraversando il Paese. A far registrare una flessione che permetterà un conseguente alleggerimento della pressione sul sistema sanitario sono Basilicata (1%), Campania (11%), Liguria (18%), Trento (30%), Piemonte (23%), Sardegna (13%), Sicilia (20%), Valle d’Aosta (13%). Ma sono ancora sei le regioni o province autonome che presentano numeri pari o superiori al 20%: si tratta di Friuli, Marche, Toscana, Trento, Piemonte, Lazio.

Il tasso nelle rianimazioni continua invece a crescere in quattro regioni: Abruzzo (al 19%), Friuli (23%), Marche (23%) e Toscana (22%). È stabile in Calabria (20%), Emilia Romagna (17%), Lazio (21%), Lombardia (17%), Bolzano (17%), Molise (5%), Puglia (10%), Umbria (16%), Veneto (20%).

Rimane sui livelli dell’ultimo report anche il tasso dei letti occupati negli altri reparti Covid, oggi al 27% a livello nazionale, anche questo ben oltre la soglia di rischio del 15%. In 24 ore, però, il tasso è cresciuto in 9 regioni: Campania (26%), Friuli (27%), Lombardia (32%), Marche (27%), PA Trento (25%), Puglia (18%), Sicilia (33%), Toscana (23%), Umbria (31%). Cala in Valle d’Aosta (52%) e Veneto (23%). Stabile invece in Abruzzo (al 26%), Basilicata (21%), Calabria (38%), Emilia Romagna (24%), Lazio (25%), Liguria (38%), Molise (13%), Bolzano (15%), Piemonte (33%), Sardegna (13%). A superare il 30% sono 5 regioni: Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Valle d’Aosta.

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