L’Europa è spaccata in due tra chi sta ancora vivendo il picco della nuova ondata di coronavirus spinta dalla diffusione della variante Omicron e chi, invece, inizia a vedere la curva dei contagi scendere anche se ancora in maniera non troppo decisa. Mentre in Germania si registra un nuovo record di contagi, arrivati oltre gli 81mila in 24 ore, diversi Paesi stanno allentando le misure per limitare il contagio dovuto all’alta trasmissibilità della nuova variante. Ultima, in ordine di tempo, è la decisione della Gran Bretagna di allinearsi ad altri Paesi, compresa l’Italia, riducendo l’isolamento per i positivi completamente vaccinati da 7 a 5 giorni.
Ad annunciare la decisione di Londra è stato il ministro della Salute, Sajid Javid, secondo cui “circa due terzi dei casi positivi non sono più infettivi entro la fine del quinto giorno”. In questo modo, è uno degli obiettivi del provvedimento preso dall’esecutivo guidato da Boris Johnson, si possono ridurre le persistenti carenze di personale in diversi settori, a partire dalla sanità. Unico elemento di garanzia in più, un doppio tampone al quinto e sesto giorno che devono risultare negativi. La mossa di Downing Street arriva nonostante siano 17mila al momento le persone ricoverate negli ospedali del Paese a causa del Covid-19. Ma secondo Javid ci sono ”segnali incoraggianti”, perché se è vero che nelle prossime settimane il servizio sanitario nazionale resterà “sotto pressione” è anche vero che non aumentano i ricoveri in terapia intensiva.
Anche nei Paesi Bassi, primo Paese a tornare in lockdown in quest’ultima ondata, si sta pensando a un’uscita dall’isolamento generale, anche per la pressione degli enti locali sul nuovo esecutivo nuovamente guidato da Mark Rutte. Le regole attuali, infatti, prevedono chiusure di tutte le attività non essenziali, ma scadranno domani e ieri nel Paese si sono moltiplicate le manifestazioni per chiedere almeno una parziale riapertura. Alcune autorità locali hanno addirittura minacciato di decidere in autonomia, con il rischio di creare una situazione caotica.
In tutti i Paesi, però, portare avanti la campagna vaccinale per garantire un alto livello di copertura della popolazione rimane il principale obiettivo. In Spagna è arrivato così il via libera alla terza dose a tutti gli over 18, mentre fino ad oggi il booster era riservato solo alle persone dai 40 anni in su. È stato inoltre ridotto da 6 a 5 mesi l’intervallo che deve trascorrere dal completamento del primo ciclo.
In Ungheria, invece, si è già passati all’ok alla quarta dose per chiunque lo richieda. Lo ha annunciato il capo di gabinetto del premier Viktor Orban, Gergely Gulyás, secondo quanto riportato dal Guardian. Si tratta del primo Paese in Ue a partire con la campagna per la quarta dose per tutti. Mentre in Danimarca, così come in Grecia, la quarta dose è disponibile per “i gruppi più vulnerabili” come gli immunodepressi, come annunciato dal ministro della Sanità, Magnus Heunicke. Questo anche in vista del 16 gennaio, quando la Danimarca, che conta 5,8 milioni di abitanti, allenterà alcune delle restrizioni: i parlamentari si sono accordati per riaprire cinema, parchi di intrattenimento, musei e cinema. Inoltre verranno ammessi spettatori, seppur in numero limitato, agli eventi sportivi sia all’aperto che al chiuso.
Negli Stati Uniti, invece, il presidente Joe Biden è preoccupato per le possibili conseguenze dell’alto numero di contagi sulla tenuta delle strutture ospedaliere. Tanto che ha deciso di inviare medici militari negli ospedali di 6 Stati dove si sta registrando un aumento dei contagi Covid-19 più alto che nel resto del Paese. Come riportano Abc e Usa Today, citando fonti della Casa Bianca, squadre di medici, infermieri e personale clinico saranno inviati già la prossima settimana negli stati di New York, New Jersey, Ohio, Rhode Island, Michigan e New Mexico.