La mail con cui David Rossi, l’ex responsabile della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, annunciava all’ex ad della banca Fabrizio Viola l’intenzione di suicidarsi è stata in realtà creata dopo il ritrovamento del suo cadavere. Lo afferma una relazione della Polizia postale di cui Marco Grasso su Il Fatto Quotidiano aveva dato notizia nel dicembre 2020 e di cui ora torna a scrivere L’Espresso. Il documento mette in dubbio quella che era stata utilizzata come prova chiave per chiudere il caso come suicidio. L’anomalia è nota da tempo agli inquirenti, poiché si trova tra gli allegati alla richiesta di archiviazione della procura di Genova che indagava sui colleghi di Siena e sulle indagini sulla morte di Rossi.

Rossi è stato trovato senza vita la sera del 6 marzo 2013, dopo essere caduto da una finestra della sede centrale di Mps in piazza Salimbeni. Secondo la polizia postale la mail incriminata, apparentemente inviata il 4 marzo 2013, è stata invece creata il 7 marzo. Il messaggio – “Stasera mi suicido, sul serio. Aiutatemi!!!” – è collocato all’interno di uno scambio di mail tra Rossi e Viola. La Polizia postale ha trovato due versioni di questa mail, con la stessa frase, “ma entrambe hanno data di creazione il 7 marzo 2013” alle ore 11.41. Invece, “il delivery time è del 4 marzo 2013 alle ore 10.13”. “Va rilevata l’anomalia, alla quale non è stato possibile trovare elementi di risconto in questo hard disk”, conclude la Polposta.

La famiglia di Rossi ha sempre contestato la tesi del suicidio e l’avvocato Carmelo Miceli, che la rappresenta, sottolinea che questo è un elemento importante che non è stato approfondito. “La risposta che ci è stata data – dice il legale, citato dall’Espresso – è che la procura di Genova non aveva delega per indagare sulla morte di Rossi ma solo sulle indagini fatte a Siena, archiviando comunque qualsiasi ipotesi di errore da parte dei colleghi della procura di Siena. Per noi rimane comunque grave che di fronte a quanto scritto dalla polizia postale non ci sia stata alcuna verifica ulteriore, considerando che parliamo della prova chiave che avrebbe giustificato per gli inquirenti la tesi del suicidio, visto che l’avrebbe anche annunciato due giorni prima al suo superiore”.

Lo scambio di mail tra Rossi e Viola di quel 4 marzo comincia la mattina verso 9 e va avanti fino al pomeriggio. I temi affrontati sono delicati, si parla di una avvenuta perquisizione da parte della Guardia di Finanza e traspare lo stato d’ansia di Rossi (“Ti posso parlare del tema di stamani? E’ urgente. Domani potrebbe essere troppo tardi”). Viola comunque risponde sempre e alle 14.40 scrive: “Ho riflettuto. Essendo cosa molto delicata credo che cosa migliore sia quella che tu alzi il telefono e chiami uno dei pm per chiedere un appuntamento urgente”. La conversazione, sempre rimpallandosi la stessa mail con tutti i testi precedenti, viene chiusa alle ore 17.12 quando Rossi scrive a Viola: “In effetti, ripensandoci, sembravo pazzo, a farmi tutti questi problemi. Scusa la rottura… ciao David”.

In questo alternarsi di messaggi la mail delle ore 10.13, in cui Rossi annuncia il suicidio, appare del tutto fuori contesto ed estranea allo scambio, che avviene sempre con i testi precedenti allegati. Ascoltato dai magistrati Viola dice a verbale di non ricordare un simile messaggio, riconoscendo invece “tutte le altre mail scambiate con lui quel giorno”. Dai tabulati telefonici, inoltre, non risultano telefonate tra i due dopo le 10:13, e appare incredibile che Rossi e Viola non si siano sentiti a voce dopo una comunicazione così drammatica, proseguendo invece via mail una normale conversazione.

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