Uno sciopero della scuola definito “senza precedenti” ha travolto nella giornata del 13 gennaio la Francia. 11 sindacati su 13 si sono uniti per contestare la “confusione” dei protocolli imposti dal ministro dell’Istruzione Jean-Michel Blanquer per far fronte all’emergenza sanitaria dopo il dilagare della variante Omicron. Secondo Le Figaro allo sciopero ha aderito il 75% degli insegnanti francesi della scuola primaria mentre metà delle scuole sono rimaste chiuse. Si tratta di uno sciopero “storico”, come ha detto il professore di Storia dell’Educazione Claude Lelièvre. Stando invece ai dati del governo, l’adesione all’odierno sciopero si ferma al 38,5% del corpo docente.

Oltre ai protocolli, i sindacati contestano la gestione dell’informazione da parte del ministro Blanquer, non condividendo il fatto che “il ministro dell’istruzione si rivolga ai media prima che al personale” scolastico, ha detto Bruno Bobkiewicz dell’Unione nazionale dei sindacati autonomi (Unsa). Inoltre, secondo quanto riporta France 24, quando i bambini sono tornati a scuola il 3 gennaio dopo le vacanze di Natale, le normative rispetto al Covid-19 sono già cambiate tre volte. “La situazione dall’inizio dell’anno scolastico a gennaio ha creato una confusione indescrivibile e un forte senso di abbandono e rabbia nello staff scolastico”, afferma il sindacato scolatico Snuipp-Fsu, che chiede un ritorno alle regole precedenti, che prevedevano la chiusura delle classi per una settimana nel caso in cui un bambino risultasse positivo. Gli insegnanti chiedono anche mascherine di qualità più alta, più test nelle scuole e di dotare le classi di dispositivi che avvertano quando sia necessaria ventilazione.

Il ministro dell’istruzione Blanquer, bersagliato da critiche sempre più forti, aveva ammonito l’11 gennaio che “non si sciopera contro il virus”. Da parte sua, il presidente Emmanuel Macron ha detto di comprendere “la stanchezza” di insegnanti e genitori per le innumerevoli norme anti-Covid ma ha invocato la necessaria “pazienza”, difendendo la scelta di lasciare le scuole aperte in presenza nonostante la nuova ondata della variante Omicron. I sindacati denunciano invece “condizioni di lavoro che peggiorano”. “Questa mobilitazione di protesta storica negli ultimi venti anni non è uno ‘sciopero contro il virus’ ma illustra la crescente esasperazione nelle scuole”, ha spiegato il sindacato scolastico Snuipp-Fsu in una nota.

La Francia è nell’epicentro dell’attuale lotta dell’Europa contro il Covid-19, con i contagi che questa settimana hanno superato i 360mila in un giorno, trainati dalla variante Omicron altamente contagiosa. Le scuole non sono ovviamente risparmiate dalla pandemia. “Il mese di gennaio è duro per le scuole”, ha riconosciuto il ministro dell’istruzione Blanquer, sulla televisione France 2. Il suo ministero ha conteggiato 50mila nuovi casi di Covid-19 fra gli studenti negli “ultimi giorni” e un enorme numero di classi in quarantena a causa del virus: 10.553. È atteso che i dati peggiorino nelle prossime settimane. Stando però al Fact checking di Libération, per avere un’idea indicativa del numero di casi è possibile fare riferimento ai contagi per fascia d’età: nella prima settimana di gennaio, ovvero quella del rientro a scuola, sono stati quasi 400mila gli alunni positivi tra i 3 e 17 anni, ovvero il 3,25% del totale degli alunni.

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