Un punto fermo Giuseppe Conte lo ha voluto fissare e non è per niente secondario: “Il governo non perda neanche un giorno di lavoro”. Ovvero nessuno, mentre si tratta per il Quirinale, pensi a “elezioni anticipate” perché la fase economica e sanitaria è ancora troppo complessa. Il presidente 5 stelle, davanti all’assemblea congiunta dei parlamentari M5s, ha aperto il primo vertice ufficiale sul Colle chiedendo un mandato per “l’unità” e garantendo che non sarà lui a lavorare per andare alle urne o scardinare la situazione attuale. E se sulle candidature non ha voluto esporsi cercando (come da rituale) di restare sul metodo, ha comunque lanciato alcuni segnali: non solo ha ridimensionato gli endorsement per il Mattarella-bis e la “ricerca di una figura femminile”, ma ha usato parole molto tiepide sull’ipotesi che sia Mario Draghi ad andare al Colle. “E’ idoneo”, ha detto, “ma ora è premier in una fase complessa”. Che è un modo per rassicurare i suoi che non sarà l’ex presidente della Bce il nome che lancerà il M5s (almeno all’inizio), ma anche un messaggio per gli altri partiti. Ecco proprio sul dialogo con gli altri, Conte ci ha tenuto a fare sapere che l’asse con Pd e Leu è “solido”, ma ha anche informato che parla con il fronte opposto. “Ho instaurato anche un canale diretto con gli esponenti di centrodestra. Questo confronto, in particolare con Salvini, è utile”. Il tutto ribadendo però il veto, inamovibile, su Silvio Berlusconi la cui candidatura rimane “irricevibile”. “Non avrà mai e poi mai i nostri voti”, ha sentenziato.
Il mandato ottenuto da Conte per le trattative è stato pieno, ma, ci tengono a specificare fonti interne, “non in bianco”. “Su 181 partecipanti, visto che ci sono anche i delegati regionali, tutti gli intervenuti hanno riconosciuto piena fiducia a Conte“, si sono affrettate a far sapere alle agenzie le fonti dei vertici. “C’è la consapevolezza che la trattativa la farà il Capo Politico il quale ha già dimostrato di saper affrontare e portare a termini negoziati anche molto impegnativi in Europa”. Questa volta però, il leader non potrà fare tutto da solo come quando era premier e lo sa bene. “Abbiamo una cabina di regia”, ha specificato lui stesso, “che è stata allargata” ed è composta da vicepresidenti, ministri, coordinatori dei 4 comitati politici e dal capo delegazione europea. E inoltre, “quando avremo una prospettiva di soluzione più concreta sul tavolo chiederò una congiunta per informarvi tutti direttamente”.
Il coinvolgimento degli eletti non è e non può essere un dettaglio, anche perché il fronte M5s vive da giorni in stato di confusione e con l’ansia di commettere errori nella partita più decisiva. Del resto le anime all’interno sono tante, così come le spinte e non è un segreto che Conte fatica (e molto) a tenere i gruppi. Ora viene la sfida più importante, anche e soprattutto per la leadership del neopresidente. Stasera ad esempio, è emerso ormai chiaramente che il fronte per un Mattarella-bis esiste e vede in prima linea un gruppo di senatori che a turno hanno preso la parola: Danilo Toninelli, Primo Di Nicola, Antonella Campagna, Simona Nocerino, Vincenzo Presutto e Giuseppe Auddino. A loro si è unito il deputato Luigi Iovino. Sono gli stessi che spingono perché ci sia un voto online degli iscritti e perché i capigruppo siedano al tavolo. Il fronte preoccupa, anche perché su alcuni punti trova l’appoggio dell’assemblea. E pure dei vertici. La guida al Senato Mariolina Castellone ad esempio ha chiesto esplicitamente “la trasparenza, l’ascolto ed il pieno coinvolgimento al processo decisionale”. Così come il collega alla Camera Davide Crippa che ha messo in guardia i suoi: “Questa sarà per il M5s la terza elezione del Presidente della Repubblica, ma stavolta siamo la più grande forza in Parlamento. L’attenzione alle scelte deve essere altissima“. Poi, a riunione chiusa, proprio Crippa è uscito per ribadire che “non siamo spaccati“. Insomma su una cosa sono tutti d’accordo: avanti Conte, ma con un dialogo costante con i suoi parlamentari. E Luigi Di Maio? Seppur attivissimo (incontra leader ed esponenti di tutti i partiti da giorni), oggi era assente per impegni istituzionali. Ma (anche questo lo sanno tutti) le trattative dovranno passare anche da lui.
“Il M5s esprima la sua forza politica e il coraggio morale” – Il leader 5 stelle oggi aveva un’urgenza: avere un mandato pieno e rassicurare chi vuole più partecipazione. “Dobbiamo affrontare questo passaggio, esprimendo la nostra forza politica e il nostro coraggio morale. La forza politica ci deriva dalla solidità dei nostri ideali e dalla consapevolezza dei nostri numeri in Parlamento”, ha esordito. “Il coraggio, invece, dalla capacità di camminare a testa alta e di portare avanti le nostre battaglie anche quando tutti ci ostacolano o ci danno addosso”. Così facendo, ha detto Conte, “noi dimostreremo coi fatti che l’unico sicuro ‘ago della bilancia’ in questa partita sarà proprio il Movimento 5 Stelle, il gruppo di maggioranza relativa in questo Parlamento. Abbiamo l’onore ma anche l’onere di rappresentare 11 milioni italiani“.
Non fa nomi, ma blocca le spinte per le elezioni anticipate – Uno dei paletti di Conte è che l’esecutivo e l’attuale maggioranza non siano messi in discussione. “Non ritengo opportuno scendere nella valutazione di singoli nominativi o rincorrere questa o quest’altra candidatura” per il Quirinale “questo però può essere il momento per fissare qualche punto fermo” e nel momento dell’emergenza pandemica ed economica “io credo che gli italiani pretendano che il governo non perda nemmeno un giorno di lavoro per risolvere tutti questi problemi”. E quindi, “il Movimento 5 Stelle, avendo a cuore l’interesse degli italiani, deve adoperarsi per garantire la continuità dell’azione dell’esecutivo”. Poi, per spazzare via le critiche di chi insinua che possa lavorare per un voto anticipato, ha ribadito: “La congiuntura che stiamo vivendo, sul piano politico, economico e sociale, non permette di andare alle elezioni interrompendo la legislatura. Dobbiamo contrastare, pertanto, quelle dinamiche che rischiano di innescarsi tra le varie forze politiche che potrebbero sfociare in uno scenario elettorale, che in questo momento finirebbe per compromettere tutto il lavoro fatto con il Pnrr e per garantire una pronta ripartenza del Paese”.
“Draghi profilo idoneo per il Colle, ma oggi ricopre il delicato incarico di premier” – Conte ha anche lanciato segnali concreti sulle manovre che gli sono state attribuite negli ultimi giorni, cercando di ridimensionare retroscena e ricostruzioni. E’ partito proprio dall’idea di un Mattarella-bis: “La nostra forza dovrà essere la compattezza”, ha detto. “L’attenzione che riservano al nostro Movimento è spesso condizionata dalla volontà di trascinarci nelle più pretestuose polemiche e di rappresentarci divisi e inaffidabili, sempre pronti a cambiare opinione. Nei giorni scorsi hanno trasformato l’apprezzamento unanime di tutto il Movimento per le qualità morali e la sensibilità istituzionale del Presidente Mattarella, che purtroppo si è dichiarato sin qui indisponibile per il rinnovo del mandato, in un vincolo stringente per le trattative da condurre”. Stessa dinamica, ha detto, sulla spinta per candidare una figura femminile. “Hanno trasformato la nostra spinta per i cambiamenti, che ci porta a sollecitare anche un’adeguata presenza femminile nel novero delle proposte da vagliare, non come un elemento di potenziale innovazione che possa evitare al sistema di viaggiare a velocità diversa da quella del Paese, ma come un’uscita meramente estemporanea, quasi un formale omaggio alle politiche di genere”. E infine, Conte ha deciso di esporsi proprio sul nome più quotato del momento: Mario Draghi. “Hanno cercato di stravolgere persino il nostro pragmatismo sul nome di Draghi: profilo ben idoneo e autorevole per l’alto Colle, ma che oggi ricopre il delicato incarico di premier in una fase del Paese particolarmente complessa, con tutte le implicazioni del caso e i supplementi di riflessione da fare”, ha dichiarato.
“Campo progressista solido, ma allargare il campo”. Resta il veto su Berlusconi – Continuando nel suo intervento, Conte ha poi parlato verso quali assi intende muoversi e ha sottolineato come da una parte l’asse giallorosso sia solido, ma al tempo stesso ha informato di aver aperto comunicazioni con il centrodestra. E pure con Matteo Salvini, ex alleato con il quale si è più volte scontrato frontalmente. “Il dialogo e l’asse nel nostro campo, quello progressista, è solido”, ha detto, “ho avuto incontri con i leader del Pd e Leu. Con i leader di queste forze politiche ho stretto un accordo di consultazione, che vale a rafforzare il dialogo e quindi la forza delle nostre rispettive posizioni, allargando lo spettro potenziale della nostra rappresentatività”. Il confronto con Salvini è utile, ha spiegato “per tre ragioni: a) il presidente deve essere di alto profilo e garante di tutti e il cattivo funzionamento del nostro sistema sul piano dell’alternativa democratica non viene facilitato se procediamo a eleggere presidenti a colpi di strette maggioranze; b) per la situazione che stiamo vivendo, con un governo di unità nazionale che richiede lo sforzo, visto che siamo ancora in piena emergenza, di procedere anche alla elezione del Capo di Stato con una larga intesa aperta quantomeno alle forze che sostengono l’attuale governo; c) per ragioni pratiche, perché nessuno schieramento progressista o di destra ha, in partenza, numeri auto-sufficienti in questo Parlamento”. Resta però il fatto che Conte non intende rivedere il veto M5s su Berlusconi: “La candidatura del presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi è per noi una proposta irricevibile. Chiederò pertanto al centrodestra di non schierare il fondatore stesso della coalizione nonché attuale leader di Forza Italia. Se davvero le forze di centrodestra e i loro leader hanno a cuore l’interesse del Paese e la ricerca di una personalità che possa raccogliere la più ampia condivisione: allora accantoniamo candidature che nascono palesemente di parte e che certo non potranno raccogliere mai, e dico mai, i voti del Movimento 5 stelle“. Almeno su questo, non sembrano esserci dubbi. Sul resto invece, la partita è appena iniziata.