Un’elezione al giorno per permettere di sanificare gli spazi, massimo 200 parlamentari in Aula per lo spoglio e 50 per le singole votazioni. I capigruppo, insieme ai questori, hanno elaborato il sistema di norme anti-Covid per permettere le procedure del Colle in sicurezza. Alla conferenza dei capigruppo della Camera sono state comunicate dal presidente Roberto Fico tutte le misure elaborate dai Questori di Montecitorio e Palazzo Madama.

I numeri – Solo 200 parlamentari potranno accedere contemporaneamente in Aula a Montecitorio durante le votazioni per il presidente della Repubblica. Ciascun gruppo parlamentare deciderà chi resterà in proporzione alla sua consistenza. Nelle tribune invece potranno accedere 106 grandi elettori senza contingentamento per gruppo. Saranno invece 50 alla volta i parlamentari ammessi in Aula durante le procedure di voto. Il ‘rilassamento’ nei numeri nella fase del giuramento, viene spiegato, è possibile per la breve durata di questa pur significativa fase, stimata tra i 45 ed i 50 minuti in tutto.

Il voto – Si organizzerà un’elezione al giorno, dal 24 gennaio, per scegliere il nuovo capo dello Stato. Per ora si stima che i 50 votanti ammessi abbiano complessivamente 11 minuti per esprimersi, poi usciranno ed entreranno gli altri 50. Complessivamente, tra le fasi di voto e spoglio sono state previste 4 ore e mezza. Nell’ordine, senatori a vita, senatori, deputati e delegati regionali verranno chiamati in gruppi di cinquanta per fasce orarie.

Il giuramento – Alla cerimonia saranno ammessi tutti i grandi elettori utilizzando tutti i posti disponibili nell’Aula si Montecitorio, purché abbiano fatto un tampone la mattina stessa del giuramento. Il test, viene spiegato, sarà di terza generazione e sarà effettuato la mattina nelle sedi di Camera e Senato.

Cabine al posto dei catafalchi – Non ci saranno i tradizionali catafalchi nell’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Alla luce delle nuove norme anti-Covid, saranno messe a disposizione dei parlamentari delle cabine diverse da quelle utilizzate in passato: “Sarà garantito il rispetto delle norme sanitarie ma anche la segretezza”, assicurano fonti di Montecitorio. Al posto delle tendine, avranno una ‘doppia quinta’, a tutela della segretezza del voto e per far circolare l’aria.

Il nodo positivi – Misure, però, non risolvono un tema enorme: quello dei grandi elettori che al momento in cui ci sarà da scrivere su una scheda il nome del successore di Sergio Mattarella non potranno recarsi a Montecitorio perché contagiati o in quarantena. Per loro le porte del Palazzo resteranno chiuse, anche se non manca il dibattito sull’opportunità di fare qualcosa per consentire anche a loro di esprimere il proprio voto. Un tema che resta caldo visto il numero dei contagi: oggi se ne registravano quaranta tra i deputati e poco meno di una decina tra i senatori. La questione del voto dei positivi è stata posta da Fdi con Francesco Lollobrigida, chiedendo che venga autorizzato in via legislativa lo spostamento dei grandi elettori positivi nella città di Roma per votare con apposite modalità alla Camera. Fi e Lega hanno proposto di inviare funzionari delle prefetture a prendere il voto dei positivi a domicilio. Pd, M5S, IV e CI si sarebbero invece detti contrari a far votare i positivi, sostenendo che è fisiologico che i malati non possano votare.

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