In cassa integrazione da quasi un anno e mezzo, senza garanzie sul futuro, al di là delle promesse. Sotto al Ministero dello Sviluppo economico, ormai teatro quotidiano di presidi e proteste di lavoratori e sindacati, di fronte a un quadro che conta 69 tavoli di crisi aperti, è stata la volta della vertenza Softlab, un gruppo industriale attivo nel ramo dell’ICT e non solo, che conta in totale oltre 1200 dipendenti in varie sedi, tra Campania, Roma e Milano.

A chiedere certezze su un processo di reindustrializzazione, mai in realtà partito in modo reale, sono soprattutto i circa 300 lavoratori delle sedi di Marcianise e Caserta, in particolare provenienti da Jabil. Avevano deciso di accettare la sfida di una ricollocazione in Softlab, con tanto di corsi di formazione. Poi, però, il quadro è rimasto a dir poco incerto. “Da quando ho accettato con entusiasmo siamo rimasti sempre in cassa integrazione, mai ho fatto un giorno di lavoro, soltanto un corso di formazione. È passato più di un anno. Vorremmo sapere che fine faremo”, c’è chi spiega. Altri concordano: “Che garanzie ci sono? Chi paga nel frattempo mutui e bollette? Non possiamo attendere in eterno, rischiamo di finire fuori dal mercato del lavoro se il progetto finisse male”. Tradotto, quella che sembrava essere per tanti lavoratori una speranza rischia di diventare l’ennesima promessa tradita. In un territorio, denunciano i sindacati, già svuotato dalle delocalizzazioni delle multinazionali prima attive: “Questa era chiamata la Brianza del Sud, ormai non è rimasto più nulla. C’è l’opportunità del Pnrr, non può essere svuotata”, c’è chi spiega.

Per questo motivo, spiegano i sindacati, la richiesta è rivolta all’esecutivo, affinché l’azienda rispetti gli impegni presi in passato. “Non vogliamo altri casi Whirlpool o situazioni simili”, spiegano. Con l’incubo di nuovi esuberi: “Non vogliamo nemmeno pensarci”. Ma a presidiare c’erano anche i lavoratori della sede di Roma, perché le perplessità sul futuro dell’azienda restano: “L’azienda ci ha detto di avere problemi di liquidità, ma la situazione è faticosa per tutti i lavoratori, tra Cig e i ritardi nel pagamento degli stipendi”, hanno rivendicato i sindacati.

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