La nomina è stata firmata dal presidente della provincia Giovanni Gugliotti. Nel curriculum dell’ex politico, però, c’è anche il coinvolgimento in un’inchiesta per una maxi frode da 15 milioni. L'inchiesta è tuttora in corso ma secondo Gugliotti non rappresenta un ostacolo all'assegnazione dell'incarico
Interpellato da Ilfattoquotidiano.it, l’avvocato Mariano Fiore che difende Vernola, ha spiegato che nonostante il tempo trascorso, l’inchiesta non è ancora formalmente chiusa e che ai magistrati è stata chiarita la posizione di Vernola. “Il mio cliente – ha spiegato l’avvocato Fiore – è stato prima consulente e poi legale della società, ma i fatti contestati dall’accusa si riferiscono a periodi precedenti rispetto al ruolo di Vernola”. Al momento, comunque, il nuovo direttore generale della Provincia di Taranto è ancora formalmente indagato.
Un fatto noto al presidente Gugliotti, esponente del centrodestra che guida la Provincia e che resta garantista. “So del coinvolgimento di Vernola in un’inchiesta, ma la Costituzione dice che siamo innocenti fino al terzo grado di giudizio. Se facessimo riferimento alla legge Severino dovremmo valutare una sentenza di primo grado, che non c’è. Se proprio volessimo fare i giustizialisti potremmo valutare un rinvio a giudizio, ma in questa vicenda non c’è ancora neppure questo”. Per Gugliotti, insomma, anche la questione di opportunità politica è esclusa. “Ho scelto Vernola – ha aggiunto il presidente Gugliotti – per la sua esperienza da amministratore e le confido che, già nei primi anni del 2000, facevo esperienza insieme a tanti altri giovani con un’associazione che era presieduta proprio da Vernola”. Una valutazione che insomma parte da lontano e continua ancora oggi ma che nella provincia tarantina sembra destinata a sollevare un gran polverone.