Sono ben 93 gli emendamenti presentati dalla Lega alla riforma fiscale, cinque dei quali condivisi da tutto il centro destra. Al si là delle dichiarazioni di una concordia nazionale una parte della maggioranza si mette di traverso sulla strada che sta percorrendo il governo Draghi. Le elezioni del 2023 non sono poi così lontane e si torna lisciare il pelo agli elettorati di riferimento. Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia chiedono quindi lo stralcio della riforma del catasto, l’ampliamento della mini flat tax, la rateizzazione degli acconti e la riduzione della ritenuta d’acconto sul lavoro autonomo, la costituzionalizzazione dello Statuto del contribuente, e il parere vincolante delle commissioni ai decreti attuativi.
Tra le proposte di modifica avanzate dalla sola Lega ci sono anche la totale soppressione dell’Irap (con cui viene finanziata la sanità pubblica, ndr) e la rimodulazione dell’Irpef a tre sole aliquote contro le cinque attuali che si ridurranno a quattro. “La Lega ha presentato emendamenti alla delega sulla riforma fiscale per tagliare tasse e burocrazia. Diciamo no alla riforma del catasto, flat tax fino a 100 mila euro”, ha affermato il leader della Lega Matteo Salvini.
Quella sul catasto sembra essere la battaglia più accesa. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha in più occasioni rassicurato che la riforma avverrà a invarianza di gettito. L’intenzione è quella di ottenere una redistribuzione del carico fiscale sul mattone adeguando le rendite ai valori di mercato ma senza far crescere l’importo complessivo delle tasse sugli immobili. Dalla rimodulazione sarebbero comunque escluse le prime case. In sostanza risulterebbe penalizzato chi possiede immobili, oltre all’abitazione principale, in aree in cui i prezzi sono cresciuti mentre dovrebbe risparmiare chi le possiede in zone dove le quotazioni sono scese. I calcoli per il nuovo catasto sarebbero basati sui metri quadri e non più sul numero di stanze della casa. Da sempre la Lega è contraria alla riforma ritenendo impossibile effettuare cambiamenti di questo tipo senza che questo si accompagni con un incremento del prelievo complessivo. Forza Italia ha avuto in passato una posizione meno intransigente. Pieno sostegno invece da Pd e Leu. In passato il Movimento 5 Stelle aveva affermato che “la riforma del Catasto non è l’intervento prioritario per rilanciare crescita e occupazione. Ma se troverà posto nella legge delega non ci tireremo indietro. Ma deve essere chiaro che non potrà derivare alcun aggravio fiscale complessivo».
Plaude agli emendamenti del centro destra Giorgio Spaziani Testa, presidente i Confedilizia (associazione dei proprietari di immobili). “La presentazione da parte di tutto il centrodestra di un emendamento di stralcio della revisione del catasto dalla riforma fiscale è un passaggio importantissimo in vista dell’avvio dell’esame della delega da parte della Camera dei deputati” ha affermato.