Sono già cinque le Strutture Regionali che hanno fatto appello al sistema di compensazione interregionale - Toscana, Lombardia, Veneto, Abruzzo, Lazio - ma segnali di preoccupazione arrivano anche dal resto del territorio. L’appello del Cns a donare per "garantire la continuità delle attività sanitarie"
Carenze di sangue in diverse regioni si stanno registrando in questi giorni e la causa è dovuta alla nuova ondata di contagi da Omicron. Ed è “probabile”, secondo il Centro nazionale sangue che ha lanciato l’allarme, un “peggioramento” nel breve periodo che arriverebbe a causare il “rinvio di interventi in chirurgia elettiva” in vari ospedali d’Italia per “preservare le scorte di emocomponenti”. Sono al momento 1.240 le sacche di sangue richieste e almeno 5 Regioni sono in forte difficoltà, avendo già dovuto fare ricorso al sistema di compensazione interregionale. Si tratta di Toscana, Lombardia, Veneto, Abruzzo e Lazio. Ma segnali di preoccupazione arrivano anche dal resto del territorio, spiega il Centro nazionale sangue. Da qui l’appello a donare per “garantire la continuità” delle “attività sanitarie”.
“La situazione è in via di costante monitoraggio da parte del Centro nazionale sangue, delle Src e del Civis, il Coordinamento delle principali associazioni di donatori di sangue in Italia (Avis, Croce Rossa, Fidas e Fratres) e l’appello è, per chiunque sia in buona salute, di contattare il proprio centro di raccolta più vicino per prenotare una donazione”. Non è una cosa insolita – ricorda il Cns – che nei primi mesi dell’anno, in coincidenza del picco di diffusione dell’influenza, si registrino carenze di sangue. Ma in queste prime settimane la situazione è aggravata ancor più dalla nuova ondata pandemica che costringe donatori e in alcuni casi anche il personale addetto alla raccolta a sottostare a periodi di quarantena, o per aver contratto il virus o per aver avuto dei contatti con persone positive.
Già negli scorsi mesi, come aveva raccontato Ilfattoquotidiano.it, l’Avis si era trovata in difficoltà, arrivando a dover cancellare le sedute di raccolta o a tenere in garage le emoteche, a causa di un altro problema, la mancanza di medici e infermieri per organizzare i prelievi. “Stiamo lottando contro una crisi indotta dalla grande richiesta di personale sanitario scatenata dal Covid – spiegava il presidente nazionale Gianpietro Briola – C’è una ‘caccia’ a medici e infermieri, tra hub vaccinali e squadre Usca. E non possiamo competere da un punto di vista retributivo, pur rientrando ovviamente nelle tabelle dell’Ordine dei medici. Legittimamente il personale sceglie di prestare servizio dove guadagna di più, ma noi abbiamo le mani legate”.
“La nuova ondata pandemica sta vivendo in questi giorni il suo picco e bisogna stare in guardia – afferma il direttore del Cns, Vincenzo De Angelis – Ricordiamo però che, già dal primo lockdown, sono attive una serie di procedure che hanno lo scopo di garantire la sicurezza di tutti gli attori coinvolti, donatori di sangue in primis, ma anche il personale medico e infermieristico che lavora nei servizi trasfusionali e nelle unità di raccolta associative. Donare il sangue è sicuro e in questi giorni è più utile che mai”. “Il bisogno di emocomponenti non cessa mai – ricorda Briola, che è anche coordinatore pro-tempore del Civis – e per questo invitiamo i nostri donatori a compiere il proprio gesto con sollecitudine e chiunque non lo avesse ancora fatto a diventare donatore di sangue o plasma. Agire, come già siamo organizzati, attraverso la programmazione e la prenotazione della donazione significa garantire la continuità delle attività sanitarie e permettere accessi contingentati nelle unità di raccolta per la sicurezza di tutti”.