Nessun report settimanale né scorporo dei positivi asintomatici, nemmeno quelli scoperti al momento del ricovero per altre patologie: il Comitato tecnico scientifico respinge quindi la pressante richiesta arrivata negli scorsi giorni anche da pezzi del mondo politico e istituzionale, da Matteo Renzi al sottosegretario alla Salute Enrico Costa
Il bollettino che dà conto dei casi di Covid deve rimanere invariato, sia nella sua quotidianità che nella sua composizione di voci. Nessun report settimanale né scorporo dei positivi asintomatici, nemmeno quelli scoperti al momento del ricovero per altre patologie. Sarebbe questo, secondo quanto si apprende, l’orientamento emerso nel corso della riunione di oggi del Comitato tecnico scientifico in merito alla richiesta delle Regioni di modificare le modalità con le quali vengono conteggiati i pazienti Covid positivi negli ospedali.
Il Cts respinge quindi la pressante richiesta arrivata negli scorsi giorni anche da pezzi del mondo politico e istituzionale, da Matteo Renzi al sottosegretario alla Salute Enrico Costa, che avevano avanzato richieste variegate, dal passaggio a una comunicazione settimanale fino all’esclusione di nuovi casi e ricoverati in reparto dal report. Anche diversi clinici, come Matteo Bassetti, nonché virologi, ad iniziare dal presidente della Società Italiana di Virologia Arnaldo Caruso, si erano espressi a fare dell’abolizione di un rendiconto quotidiano dei nuovi contagiati. La proposta aveva spaccato il fronte scientifico, con un alto numero di altri esperti che invece ha sostenuto con forza la necessità di mantenere invariata la comunicazione perché il rischio sarebbe di “scoprire i problemi quando è tardi”.
Gli esperti, sempre secondo fonti del Comitato, avrebbero ribadito la necessità di continuare a conteggiare anche gli asintomatici che entrano in ospedale per altri motivi ma che risultano positivi al virus per monitorare l’andamento della pandemia e identificare le varianti, elementi che giovedì sera già l’Istituto Superiore di Sanità aveva messo in luce con una nota ufficiale sul proprio sito smontando dal punto di vista scientifico ed epidemiologico le pretese dei presidenti di Regione. “La definizione dei casi di sorveglianza deve contenere i positivi e non solo i casi con sintomatologia più indicativa” altrimenti “non controlleremo il virus”, aveva avvisato l’Iss, spiegando tra le altre cose che “non sorvegliare questi casi limiterebbe la capacità di identificare le variabili emergenti”.