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Flavia Vento e l’amore con il sedicente Tom Cruise: “A volte penso: e se era davvero lui?”

La trama dei fatti ricalca il copione classico delle truffe d'amore di cui ormai troppo spesso sentiamo parlare: lui le scrive, parlano parlano senza mai vedersi e quando lei si offre di raggiungerlo per incontrarsi ecco che spunta la richiesta di soldi. E il castello di carte crolla

di F. Q.

“A volte penso: e se era davvero lui?“. Flavia Vento torna a parlare del sedicente Tom Cruise con cui ha intrattenuto una relazione virtuale, convinta che fosse davvero il divo di Hollywood a scriverle. La trama dei fatti ricalca il copione classico delle truffe d’amore di cui ormai troppo spesso sentiamo parlare: lui le scrive, parlano parlano senza mai vedersi e quando lei si offre di raggiungerlo per incontrarsi ecco che spunta la richiesta di soldi. E il castello di carte crolla. In un’intervista a Repubblica, l’attrice ha ripercorso le tappe della vicenda spiegando come alla fine abbia deciso di non denunciare: “No, non ho denunciato il finto Tom Cruise. Ma a chiunque venga contattato da sedicenti star dico: la prova del nove è la videochiamata, se non la fanno, tagliate ogni contatto”.

Tutto è iniziato con “un messaggio privato su Twitter dove Tom mi scriveva: ‘Grazie per il tuo continuo supporto’. Vado a vedere il suo profilo e c’è la stessa frase in risposta a un mio tweet in cui gli avevo scritto che non vedevo l’ora uscisse il sequel di Top Gun. Quindi, sempre in privato, gli chiedo se è davvero lui. E mi risponde di sì, poi mi manda un suo cellulare”. La conversazione si è quindi spostata su Whatsapp: “Il cellulare era americano. Solo una cosa mi aveva un po’ insospettito. Gli chiedevo di fare videochiamate e ogni volta che ci provavamo cadeva la linea. Non siamo mai riusciti, ma sono andata avanti lo stesso: era così romantico”.

Poi un bel giorno Flavia Vento decide di andare all’attacco: “Gli ho detto: “Senti, ora ci dobbiamo vedere, il film è finito, vengo a Londra da te”. E lui mi fa mandare una mail a un contatto. Mi hanno riposto che per l’incontro era necessario acquistare una card. Per accedere a questo meeting avrei dovuto pagare 500, mille o 1.500 euro, a seconda del tempo che dovevo trascorrere con lui. A quel punto mi sono cadute le braccia. Gli ho scritto che non sono così deficiente e scritto: “Non sei Tom, sei un cretino mi hai preso in giro e non capisco perché”. Lui continuava a negare. Poi è esploso il caso mediatico e lui ha mi ha scritto: “Ho saputo che mi hai usato per avere attenzioni”. A volte penso: e se era davvero lui?”.

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