Una missione spericolata in cui sfruttare qualsiasi arma (dai quadri di Villa San Martino alle pagine pubblicitarie sui quotidiani) e mandare in missione qualsiasi amico (da Dell’Utri a Cesa a Verdini, fino alla “rossa” Vittoria Brambilla). In cui, soprattutto, “uno vale uno” per davvero: dal parlamentare più esperto all’ultimo dei peones, ogni voto è prezioso per coronare il sogno su cui Silvio Berlusconi si sta giocando tutto. Così il Caimano si attacca al telefono e parla con deputati e senatori semisconociuti, blandendoli e sventolando posti in lista. I più ambiti sono gli ex grillini del gruppo Misto (molti dei quali confluiti in Alternativa) quasi certi di non essere rieletti: messi insieme fanno 56 grandi elettori, giusto quelli che servono a B. – insieme ai 450 del centrodestra – per raggiungere i 505 che dal quarto scrutinio gli garantirebbero l’elezione al Quirinale. Giovedì è stata Bianca Laura Granato a raccontare in giro il tentativo di approccio mediato da Vittorio Sgarbi, il “centralinista” del grande giro di telefonate: “Lunedì sera ho ricevuto una telefonata da Sgarbi che a un certo punto, senza annunciarmelo, mi ha passato Berlusconi”, dice a Un giorno da pecora su Radio1. “Si è presentato dicendo una cosa tipo “sono il signore del bunga bunga“, poi mi ha ricordato tutto quello che gli è capitato in passato, le vicissitudini giudiziarie. Abbiamo chiacchierato e ho intuito che il suo interesse era sondare il terreno per una possibile candidatura al Colle. Ma non mi è stata fatta nessuna proposta”.

Granato, calabrese fuoriuscita dal M5S dopo l’appoggio al governo Draghi, era finita nelle cronache ad ottobre per essersi rifiutata di mostrare il green pass a Palazzo Madama. Ed è proprio al mondo dello scetticismo vaccinale Sgarbi ha consigliato al Cav di rivolgersi: “L’area dei no vax è interessante. Silvio è per il vaccino, ma può mandare un segnale a quei parlamentari. Dovrebbe ricordare che tutti hanno il diritto costuituzionale di poter votare, anche i non vaccinati”, ha detto. Granato ad Huffpost racconta di aver esposto al Cav “la mia posizione contraria sull’obbligo vaccinale e sul super green pass, mi ha detto che lui è un liberale vero ed è perciò rispettoso di tutte le posizioni, quindi non aveva nulla in contrario. Ma purtroppo il suo partito porta avanti un’altra battaglia”. Lunedì la coppia Sgarbi-Silvio ha chiamato anche Cristian Romaniello, altro ex 5 Stelle della Camera: “Ciao Cristian, ti interessa il partito del bunga bunga?”. Alla Stampa il deputato racconta che per introdurgli l’ex premier Sgarbi abbia detto “aspetta che ti passo un amico nostro grillino”. “È stata abbastanza veloce come telefonata, un paio di minuti, ha parlato prevalentemente lui”, spiega. “Di Europa, del quadro internazionale, ma non di Quirinale. Io gli ho detto che quando sono arrivato alla Camera mi sono chiesto se avrei mai parlato con lui. Adesso posso dire che mi ha addirittura chiamato”. A Montecitorio è stata contattata anche Gloria Vizzini, che però giura di essersi detta indisponibile.

Poi c’è l’altro fronte, quello di Italia Viva. Renzi nega di aver parlato con l’uomo con cui strinse il patto del Nazareno: “Mi ha un po’ sorpreso – ha detto a Metropolis, il format web del gruppo Gedi – non mi ha chiamato, ha chiamato i miei, diversi dei miei, qualcuno lo ha confuso con altri (Luciano Nobili, a quanto pare scambiato per l’ex grillino Ciampolillo, ndr). Se mi chiama glielo dico per telefono quello che penso della sua candidatura, anche se potete immaginarlo. L’ultima volta che l’ho visto è stato sette anni fa, quando abbiamo rotto sul presidente della Repubblica. L’ho sentito ad agosto ma non abbiamo parlato di ambizioni quirinalizie”. Sgarbi, invece ha assicurato – a Radio Popolare – che i due si sono sentiti e che Renzi si sarebbe detto disponibile a votarlo in cambio dell’impegno a cambiare la legge elettorale in senso proporzionale. “Tutti noi conosciamo l’estro e la fantasia di Vittorio Sgarbi, che evidentemente raggiunge livelli onirici“, taglia corto lui. E preconizza, dalla quarta votazione, “una conta tra Berlusconi e un candidato di tutto il resto dello schieramento. Secondo me – dice – ove si andasse a questa sorta di ballottaggio, è tutt’altro che sicuro che Berlusconi prenda i voti che qualcuno immagina”.

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