Una luna gigante, con un raggio di 2,6 volte più grande di quella della Terra e probabilmente di natura gassosa e non rocciosa. Per ora è questo l’identikit della esoluna scoperta dal del team Cool Worlds, capitanato da David Kipping della Columbia University di New York. “Negli ultimi tre decenni sono stati scoperti più di 4.000 pianeti attorno a stelle diverse dal Sole, esopianeti“, inizia così la relazione che ha annunciato la scoperta di una esoluna pubblicata sulla rivista Nature Astronomy, chiamata Kepler-1708 b-i. La scoperta, però, verrà confermata solo dopo la verifica dai telescopi spaziali Hubble o James Webb (lanciato il 25 dicembre 2021).

Il team di scienziati provenienti da diverse università americane, da una svizzera e una di Taiwan, ha spiegato con un articolo pubblicato Nature Astronomy l’ipotesi: “Considerando che nel nostro sistema solare ci sono più satelliti che pianeti, è ragionevole presumere che la proporzione valga anche per i pianeti che si trovano nell’Universo e che le esolune risiederanno intorno ad alcuni esopianeti, il che ha motivato gli sforzi per rilevarli”. E così è stato. “Una delle strategie più promettenti per la ricerca di esolune – prosegue il testo – si concentra sui pianeti in transito: mondi che periodicamente eclissano le loro stelle e costituiscono la maggior parte degli esopianeti scoperti”.

Il pianeta di riferimento è secondo gli esperti Kepler 1708b, un corpo celeste a 5mila 500 anni luce di distanza dalla Terra. Ci si domanda come una massa così grande possa essere un satellite, e si crede che in realtà in passato l’attuale esoluna era un pianeta a sé stante, poi assorbito nell’orbita da Kepler 1708b. Il professor Eric Agol dell’Univeristà di Washington, non coinvolto nello studio, ha dichiarato che “potrebbe essere solo un errore dei dati, dovuto alla stella o al rumore strumentale”. Ma all’obiezione risponde lo stesso articolo, specificando nell’introduzione che sui “70 fantastici e giganti esopianeti in transito, trovati da Keplero ne identifichiamo solo uno che esibisce un segnale lunare che supera una batteria di test di verifica: Kepler-1708 b”.

Lo studio

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