Cronaca

Bergoglio “l’indisciplinato”. Lettera al giornalista che lo ha fotografato fuori dal negozio di dischi: “Mi manca poter camminare per la città”

Dopo la missiva inviata dal vaticanista spagnolo al Pontefice per commentare lo scatto che ha fatto il giro del mondo, il Papa gli ha risposto di suo pugno con un messaggio molto intimo, in cui spiegava che la più grande mancanza del suo papato è poter girare per le strade, vedere le persone e visitare i luoghi di Roma come faceva a Buenos Aires. Un isolamento imposto dal protocollo che, ogni tanto, viola

“Sempre, chi assume il ministero petrino non ha più alcuna privacy. Appartiene sempre e totalmente a tutti, a tutta la Chiesa. Alla sua vita viene, per così dire, totalmente tolta la dimensione privata”. Le parole di Benedetto XVI, pronunciate dal Papa tedesco al termine del suo burrascoso pontificato durato otto anni, descrivono bene la situazione che, fin dalla sua elezione, nel 2013, si trova a vivere il suo successore. “Quello che mi manca di più in questa diocesi è non poter più girare per le strade, come facevo a Buenos Aires, camminando da una parrocchia all’altra”. Francesco lo ha confidato al vaticanista spagnolo Javier Martínez-Brocal, direttore di Rome Reports, che lo ha immortalato mentre usciva da un negozio di dischi nel centro di Roma.

Immagini che hanno fatto subito il giro del mondo raccontando l’ennesima fuga di Bergoglio dal Vaticano per un breve ritorno alla normalità. Il Papa, infatti, si è recato in un negozio dove era solito andare durante le sue trasferte romane da cardinale. Amico di vecchia data dei proprietari del locale, Francesco aveva promesso che vi sarebbe tornato, questa volta da Pontefice, ma in nove anni non aveva ancora concretizzato questo desiderio. Lo ha fatto all’inizio del 2022 benedicendo anche il negozio ristrutturato e ricevendo in regalo un disco di musica classica.

Di questa fuga papale molto probabilmente non ci sarebbe stata alcuna traccia se Martínez-Brocal non si fosse trovato per caso proprio davanti al locale nel momento in cui il Papa vi usciva per salire sulla sua utilitaria e rientrare in Vaticano scortato unicamente da pochi fedelissimi uomini della Gendarmeria. Immagini che hanno aggiunto un tassello al racconto del pontificato bergogliano. Tornato nella sua redazione, il giornalista ha scritto a Francesco esprimendogli il proprio dispiacere perché il Papa è costretto a non poter girare liberamente per le strade di Roma come vorrebbe poiché ogni volta che lo fa viene fotografato e ripreso dalle telecamere. Il vaticanista, però, ha precisato che notizie simpatiche come quelle delle uscite a sorpresa del Pontefice riescono a far sorridere i lettori in un momento in cui le cronache purtroppo riportano solo tante tragedie.

Da parte sua, Francesco ha preso carta e penna e, in una lettera interamente scritta di suo pugno, come è nel suo stile, ha risposto direttamente a Martínez-Brocal. Il Papa lo ha ringraziato per la sua “nobile e bellissima” missiva e ha aggiunto che “non si può negare che è stata una sfortuna che, dopo aver preso tutte le precauzioni, c’era un giornalista che aspettava una persona alla fermata del taxi” a due passi dal negozio di dischi proprio in quel momento. Da Francesco anche un invito: “Non dobbiamo perdere il nostro senso dell’umorismo”. Con un incoraggiamento al vaticanista ad “adempiere alla propria vocazione” di giornalista “anche se questo significa mettere in difficoltà il Papa”.

In passato erano state due le fughe papali che avevano destato maggiore scalpore. Nel 2015 Bergoglio andò di persona a rifarsi le lenti degli occhiali in un’ottica nel centro di Roma e l’anno successivo si recò in una sanitaria a due passi dal Vaticano per comprare un paio di scarpe ortopediche. Lo stesso Francesco, poco dopo l’elezione, aveva confidato: “Mi manca uscire per strada, questo sì lo desidero, la tranquillità di camminare per strada, o andare in una pizzeria a mangiare una buona pizza. Io sempre sono stato di strada. Da cardinale mi piaceva camminare per strada, prendere il bus o la metropolitana. La città mi incanta, sono cittadino nell’anima. In campagna non potrei vivere. Qui visito le parrocchie, ma non posso uscire”. E aveva aggiunto: “Un giorno sono uscito in auto da solo con l’autista e mi sono dimenticato di chiudere il finestrino, che era aperto e non me n’ero reso conto. Ne è nata una confusione. Io stavo seduto nel sedile davanti, dovevano fare poca strada, però la gente non lasciava che l’auto avanzasse. È chiaro, c’era il Papa per strada. Qui in verità vengo considerato indisciplinato, non seguo molto il protocollo. Il protocollo è molto freddo, ma se ci sono occasioni ufficiali, mi ci attengo totalmente”.

Twitter: @FrancescoGrana