“Sui soldi messi a disposizione per gli impianti di aerazione basta giocare allo scaricabarile con noi presidi. I 350 milioni erogati alle scuole nel Decreto Sostegni Bis non hanno niente a che fare con i sistemi di purificazione”. A parlare, dopo una settimana di polemiche, è il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. Sul pacchetto di milioni di euro per l’avvio in sicurezza della scuola a settembre (da usare per tutto l’anno) è sorto un caso legato proprio agli strumenti che sanificano le aule. A mandare su tutte le furie i capi d’istituto sono state proprio le parole del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che nei giorni scorsi, intervistato da Il Corriere della Sera ha attaccato i dirigenti. Rispondendo all’accusa che sugli impianti di purificazione dell’aria il Governo non ha fatto nulla, il professore ferrarese ha detto: “Sono state stanziate cifre rilevanti per affrontare la crisi sanitaria. La maggior parte delle risorse è andata alle scuole che hanno potuto scegliere come indirizzarle, per impianti di aerazione, mascherine, sanificazioni o interventi di edilizia leggera, nel rispetto dell’autonomia”.
Dichiarazioni smentite da Giannelli: “È ben noto che la Legge 23/1996 attribuisce la competenza a installare qualsivoglia impianto nelle scuole esclusivamente agli enti locali, non certo alle istituzioni scolastiche. Inoltre, la norma che elenca con precisione le destinazioni di spesa di quei 350 milioni è il comma 4-bis dell’articolo 58 del Decreto-Legge 73/2021, che non menziona tali impianti, né potrebbe farlo”. Il numero uno dell’Anp non ci sta a prendersi le accuse del ministro: “Addossare responsabilità improprie ai dirigenti scolastici che, da due anni, lavorano senza sosta per assicurare alla collettività un servizio fondamentale, supportando tra l’altro il sistema sanitario, non è solo ingeneroso ma è scorretto”. Non solo. A dar ragione ai presidi è persino una nota (numero 907 del 24 agosto 2021) firmata dal capodipartimento Jacopo Greco con oggetto “indicazioni operative” per la gestione delle risorse del Decreto Sostegni Bis. In questo documento non sono menzionati gli strumenti di aerazione citati, invece, dallo stesso ministero nel comunicato stampa del 17 agosto: “Si potranno acquistare strumenti per l’aerazione e quanto ritenuto utile per migliorare le condizioni di sicurezza all’interno degli Istituti”.
Insomma, Bianchi si è contraddetto da solo, lasciando i presidi con il cerino in mano per poi incolparli di non aver speso quei soldi per gli impianti di sanificazione. A raccontare come stanno le cose sono proprio i dirigenti che stanno in trincea. Le scuole, di questi 350 milioni, hanno ricevuto finanziamenti che non potevano certo essere utilizzati per mettere questi strumenti in ogni aula. Quei soldi dovevano essere usati per un’infinità di casi: per l’acquisto di dispositivi di protezione e di materiale per l’igiene individuale o degli ambienti, ma anche per interventi a favore della didattica per le gli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento e altri bisogni educativi speciali; e ancora: per potenziare gli strumenti digitali, per favorire l’inclusione e contrastare la dispersione scolastica attraverso il potenziamento dell’offerta formativa, per adattare gli spazi interni ed esterni degli istituti, per garantire lo svolgimento delle lezioni in sicurezza o per l’acquisto di servizi professionali, di formazione e di assistenza tecnica per la sicurezza sui luoghi di lavoro, per l’assistenza medico-sanitaria e psicologica.
All’istituto “Niccolo Pisano” di Pisa sono arrivati 31mila euro per 850 alunni, otto plessi più due sezioni ospedaliere. Il dirigente Lucio Bontempelli si è subito reso conto che non sarebbero bastati per gli impianti di aerazione: “Sono strumenti che costano parecchio. Quei soldi non erano sufficienti. Con quel finanziamento abbiamo acquistato mascherine Ffp2 che non ci vengono date dallo Stato, gel disinfettante e abbiamo pagato i costi aggiuntivi per il medico competente e il responsabile del servizio prevenzione e protezione”. Stessa storia per Giacomo Vescovini, preside dell’istituto comprensivo di “Fontanellato” che ironizza: “Con quei soldi potevo comprare quattro o cinque ventilatori. Ho ricevuto circa 12mila euro per la scuola di Fornovo dove ho 750 allievi in quattro plessi e circa 24mila euro nella sede principale. Li abbiamo usati per attrezzare meglio alcuni spazi”. Non cambia la musica nemmeno a Palermo dove al comprensivo “Saladino” sono arrivati circa 23mila euro: “Non li abbiamo investiti per gli impianti di aerazione perché non ci sono mai arrivate delle linee guida in merito. Non ci siamo azzardati ad acquistare materiale che magari non era adatto. Abbiamo chiesto anche al nostro responsabile del servizio prevenzione e protezione ma non ha saputo darci indicazioni chiare anche perché il dibattito sull’efficienza di queste misure contro il Covid è ancora vivo”.