Cara Umanità,

ne è passato di tempo da quando esisti, secoli di cui abbiamo traccia e millenni quasi dimenticati che ti hanno visto evolvere e cambiare. O forse no, alla fine sei sempre tu, fedele alla tua natura più intima, cambi qualcosa nella forma per non annoiarti, ma non nella sostanza.

Il bene e il male ti contraddistinguono, li porta dentro di sé ogni singolo individuo e li porta fuori da sé ogni collettività. Conosciamo la possibilità di fare del bene solo se siamo consapevoli della possibilità di fare del male, ma possiamo fare del male, anche senza essere consapevoli della possibilità di fare del bene. Il male sembra quindi essere in vantaggio, ma è quel vantaggio che si dà quando l’avversario è infinitamente più debole. Lo svantaggio verrà colmato, i tempi dipendono da noi, ma non l’esito.

L’essere umano è un progetto intelligente nella sua globalità, anche se pieno di pecche nelle varie individualità, ma è lo sbagliare che lo fa evolvere in soluzioni via via diverse e possibilmente migliori. Negli ultimi due anni molto è cambiato intorno a noi e molto deve ancora cambiare, siamo solo all’inizio di un processo, tranne tu Umanità, tu ti ostini ad essere quella che sei, ma impari ad adoperare strumenti diversi a seconda della tua capricciosa volontà di espressione.

La paura, la rabbia, l’ingiustizia sono esplose in moltissime persone, famiglie, comunità sociali e lavorative; hanno circolato più di qualsiasi virus e in tanti non hanno saputo o potuto attivare le più adeguate misure di protezione. Idee, convinzioni, sentimenti lanciati come pietre su chiunque la pensasse diversamente, incuranti del fatto che potessero far male, talvolta augurandoselo, come se ci fosse un male che si merita, un male legittimo. Se ci si convince che l’altro è causa del proprio malessere, allora si è portati a credere che attaccandolo, ingiuriandolo, costringendolo, magicamente il proprio disagio andrà a scomparire, per poi scoprire che non funziona così, anche se in pochi si frenano e in tanti continuano a perseverare nella propria narcisistica individualità: si crede che il mondo sia al nostro servizio, quando è già tanto se il mondo si accorge di noi, finché a spezzarsi è qualcosa nella collettività che tutto rimette in discussione.

Quante volte nella storia tutto questo è avvenuto e quante volte ancora accadrà? La parola verità è tra tutte la più abusata, dovesse mai voler pareggiare i conti saremmo di certo rovinati.

Cara Umanità, non va bene così, ma tu ci mostri che sei inesorabilmente così, quindi un motivo ci sarà. A mio avviso, messa sempre più alle strette comincerai a dare il meglio di te, ne sono convinto. La rabbia si trasformerà in comprensione, la paura in voglia di aiutare, l’ingiustizia in giustizia, l’altro da fonte di pericolo lo sapremo avvolgere in un “noi” che permetterà di comprendere e smettere di giudicare.

Oggi l’odio prende le sembianze dell’amore senza trovare resistenza, questo significa che l’umanità non sa più che farsene del vecchio modo di amare, che ci volesse un cambio di tale sentimento concordo, anche se al momento questo cambio è al ribasso, non disperiamo. Capiamoci, dove c’è sofferenza non c’è necessariamente cambiamento, ma non c’è cambiamento laddove non c’è sofferenza.

Saper amare è la nostra garanzia che sappiamo proteggere e proteggerci, saper odiare è il guasto calcolato per cui altrimenti non ci sarebbe bisogno di garanzia. Ci dicono di credere nella scienza, come fosse una fede, ma c’è una scienza, intesa come un metodo rigoroso e disponibile a verifica costante, nell’aver fede, nel credere che siamo migliori di quello che ci capita e quello che ci capita è quantomeno in parte condizionato da noi. Non siamo fatti per salvare il mondo, ma solo noi stessi, se in tanti ci salviamo, il mondo lo sarà di conseguenza.

Cari uomini e care donne, quando odiate o provate ostilità verso il prossimo perché non rispetta i vostri standard, ricordatevi che è solo l’amore che finora avete ricevuto e donato che vi permette di poter esprimere anche le parti peggiori di voi. A odiare non si fa un bel servizio all’amore, ma l’amore gioca in casa.

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