I prezzi dei beni energetici hanno continuato a crescere in dicembre in misura sostenuta seppur con un lieve rallentamento (da +30,7% a +29,1%). Nel 2021 l’impatto, misurato dall’indice dei prezzi al consumo, è stato più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa +2,4%; +1,6% per quelle con maggiore capacità di spesa
Nel 2021 l’inflazione si è attesta al 1,9%, il valore più alto dal 2012. Lo comunica l’Istat confermando la stima preliminare sullo scorso dicembre quando l’incremento dei prezzi al consumo si è attestato al 3,9%. Per tutto l’anno la maggiore pressione al rialzo sui prezzi è arrivata dai costi energetici, saliti del 14,1% rispetto al 2020. Al netto della componente energia, i prezzi sono saliti nel 2021 dello 0,7%, lo stesso dato del 2020. Nel solo mese dicembre i prezzi sono saliti dello 0,4% rispetto a novembre in linea con le indicazioni della stima preliminare. L’impatto dell’inflazione, segnala l’Istat, è stato più forte sulle famiglie con minore capacità di spesa (+2,4% contro l’1,6% dei redditi alti).
I rincari più marcati in dicembre riguardano gli alimentari (+0,7% in un solo mese), i trasporti (+ 0,7%, influenzati dal costo del carburante, oltre alla voce ricreazione, spettacoli cultura (+ 1,8%). Le spese per la casa, che includono le bollette di luce e gas, crescono in un mese dello 0,3%, rispetto al dicembre 2020 l’aggravio di spesa è però di oltre il 14%. Scendono viceversa dello 0,5% i costi di bevande alcoliche e tabacchi. In generale il cosiddetto “carello della spesa”, ossia il sotto indice che considera i beni a più alta frequenza di acquisto (alimentari e prodotti per la cura di casa e persona) raddoppia toccando il 2,4%. Il dato di dicembre (3,9%) segna un’accelerazione rispetto al 3,7% di novembre, tuttavia sembra rallentare il ritmo della progressione, in linea con quanto osservato in paesi come Germania o Spagna.