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Robbie Williams, la confessione sconcertante: “Un sicario voleva uccidermi, ne sono uscito così”

Il cantante intervistato dal Mirror: "Detenevo il record per il maggior numero di biglietti venduti in un giorno per un tour e bla, bla, bla… L’estrema fama ed il successo si incontrano con ansia, depressione e malattie mentali"

di F. Q.

Un periodo infelice dopo lo scioglimento dei Take That e una rivelazione. A parlare è stato Robbie Williams in un’intervista al Mirror. Il cantante britannico – che dal 1996 ha iniziato un tira e molla continuo con il suo ormai ex gruppo musicale – ha esordito: “Sono diventato famoso quando avevo 17 anni, facendo una boy band quando avevo 16 anni, la boy band è decollata”. “Quando avevo 21 anni me ne sono andato e poi ho avuto una carriera da solista, ho venduto 80 milioni di album – ha continuato -, detenevo il record per il maggior numero di biglietti venduti in un giorno per un tour e bla, bla, bla… L’estrema fama ed il successo si incontrano con ansia, depressione e malattie mentali“.

Poi, la confessione inaspettata: “Volevano uccidermi, hanno assoldato qualcuno per farlo. Ne sono uscito grazie a degli amici. Quella è la roba invisibile che accade quando si diventa famosi”. Inoltre ha aggiunto: “Ad un certo punto della mia vita ero famoso, famoso in stile Michael Jackson. Frequentare posti ‘normali’? Mi piacerebbe, ma è un rischio. Gli estranei vogliono incontrarmi ma io mi sento a disagio – ha concluso-. Pensarci in realtà mi dà ansia. È un fattore scatenante”.

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