Riunione fiume (9 ore) per il consiglio di amministrazione di assicurazione Generali. I consiglieri avevano iniziato il confronto nel primo pomeriggio. Due in meno dei 13 previsti poiché Francesco Gaetano Caltagirone e Romolo Bardin, uomo del patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio, si sono dimessi nei giorni scorsi. Ieri è arrivato il passo indietro anche della consigliera Sabrina Pucci, espressione di Fondazione Crt che lascia anche il comitato nomine. A monte delle tre dimissioni ci sono le divergenze sul modo in cui il gruppo viene gestito ma la mossa è in realtà strategica. Dal cda è arrivata una dura replica: “Nel corso della riunione il Consiglio, a maggioranza, ha respinto categoricamente – si legge in una nota – le motivazioni addotte nelle comunicazioni di dimissioni, rimarcandone l’assoluta infondatezza e censurandone il carattere spesso offensivo“. Il cda ha anche iniziato l’esame della “long list” dei candidati al ruolo di presidente e amministratore delegato da sottoporre all’assemblea dei soci in agenda per il prossimo 29 aprile. La giostra dei nomi ruota vorticosa: Paola Severino, Patrizia Grieco, Vittorio Grilli, Domenico Siniscalco, Sergio Balbinot, Matteo Del Fante, Lorenzo Pelliccioli. L’attuale a.d. di Poste Italiane Del Fante sarebbe il nome su cui punta con più decisione il duo Del Vecchio- Caltagirone.
Nel principale gruppo assicurativo italiano è in atto un scontro che dura da mesi. Da un lato c’è lo storico azionista di maggioranza del Leone di Trieste, vale a dire Mediobanca che tra partecipazioni dirette e azioni “in prestito” presidia una quota del 17,2%. Dall’altro ci sono appunto Caltagirone e Del Vecchio insieme a Fondazione Crt con un pacchetto di azioni del 16% circa. In mezzo i Benetton ( 3,9%) con una posizione di neutralità non ostile ai due imprenditori. Il disimpegno dal Cda consente però a Del Vecchio e Caltagirone di rastrellare altre azioni in silenzio. Possono salire fino al 19,9% senza segnalarlo e quindi superare Mediobanca. L’attuale management, il francese Philippe Donnet come amministratore delegato e Gabriele Galateri di Genola in veste di presidente, è espressione di piazzetta Cuccia che naturalmente lo sostiene ma che è inviso ai dimissionari che lo considerano eterodiretto da Medibanca.
Tre giorni fa l’Ivass (Istituto che vigila sulle imprese assicurazioni) ha affermato di “seguire con grande attenzione questa fase, interessata al buon funzionamento della compagnia e del mercato”. Oggi il titolo Generali ha chiuso in rialzo dell’ 1,5% (a fronte di un calo dell’indice dello 0,7%), nell’ultimo anno le azioni sono salite di oltre il 30%, così come altri big europei del settore. I tamburi di guerra non dispiacciono ai mercati. Campo di battaglia parallelo è la stessa Mediobanca dove Leonardo Del Vecchio è primo azionista con il 18,9% e Francesco Gaetano Caltagirone possiede un altro 3%.