La reiterazione dei contratti a termine dei docenti di religione è abusiva. A dirlo è la Corte di Giustizia europea che, con la sentenza del 13 gennaio, ha messo bacchettato l’Italia per una prassi che penalizza circa 15mila insegnanti precari. Per i giudici di Lussemburgo non ci devono essere discriminazioni tra i maestri e i professori di altre discipline e quelli di religione cattolica. La sentenza è stata chiara: non è possibile “ammettere che contratti di lavoro a tempo determinato possano essere rinnovati per la realizzazione, in modo permanente e duraturo, di compiti che rientrano nella normale attività del settore dell’insegnamento”.
Una vittoria per lo Snadir, il sindaco dei docenti in causa: “Erano diversi anni – spiega il segretario nazionale Orazio Ruscica – che si attendeva un pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sul tema specifico del precariato degli insegnanti di religione. Il tribunale di Napoli ha chiesto ai giudici dell’Ue di verificare se fossero stati violati i principi di non discriminazione e di prevenzione degli abusi dei contratti a termine nei confronti degli insegnanti di religione esclusi da ogni procedura straordinaria di reclutamento – attuata invece in favore degli altri docenti precari della scuola italiana – che ne riconoscesse l’ingiusta condizione lavorativa e valorizzasse l’esperienza professionale nel frattempo maturata”.
Una vicenda che si trascina da diverso tempo e che ora ha raggiunto un primo traguardo. I togati di Lussemburgo, infatti, hanno deciso che dev’essere verificato concretamente che il rinnovo dei contratti a tempo determinato miri a soddisfare esigenze provvisorie e che tale possibilità non sia utilizzata, di fatto, per soddisfare esigenze permanenti del datore di lavoro in materia di personale. Nel caso specifico si trattava di persone che avevano svolto la stessa mansione per più anni.
“La sentenza – spiega Ruscica – ribadisce che sta al Giudice interno verificare se le norme interne violino, come nel caso di specie, il diritto dell’Unione e, in tale ipotesi, in assenza di misure antiabusive, disporre la sanzione del risarcimento del danno sulla base di tale dichiarata violazione”. A questo punto lo Snadir è pronto a verificare tutte le possibili ulteriori strade che si potranno percorrere per arrivare a una giusta stabilizzazione lavorativa di questa categoria di insegnanti. Il segretario nazionale non intende mollare la presa: “Vogliamo una procedura straordinaria non selettiva per coloro che hanno speso almeno 36 mesi di servizio nell’insegnamento della religione; dev’esserci lo scorrimento annuale delle graduatorie della procedura straordinaria sino a totale esaurimento di ciascuna e di quella di merito del 2004 inoltre serve un aumento della dotazione organica di posti dal 70% al 90% nell’organico di diritto in un triennio”.