Dal 6 gennaio la professoressa è accompagnata e una volante della polizia passa a controllare i dintorni di casa sua. "Mi ha scritto una signora no-vax per dirmi che le dispiace per le mie limitazioni ma che anche lei si sente limitata nella sua libertà. Le ho risposto che quel poco di libertà che lei ha dipende dal fatto che tante altre persone si sono vaccinate. E le ho detto di fidarsi di noi, come si fida del conducente del treno o dell’ingegnere che ha costruito la sua casa"
“Non andrò mai in televisione a dire che i bambini non vanno vaccinati perché metterei a rischio le loro vite e per me è inaccettabile. Non saranno certo le minacce a farmi cambiare idea”. È quanto dice, in un’intervista al Corriere della Sera, l’immunologa Antonella Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica città della Speranza di Padova, finita sotto scorta il 6 gennaio scorso dopo aver ricevuto una lettera di minacce dai No Vax contenente anche un proiettile. Da quel giorno è appunto sotto tutela: due carabinieri la seguono ovunque vada e una volante della polizia passa a controllare i dintorni di casa sua. Lei spiega che “essere sempre accompagnata impatterebbe sulla vita di chiunque”, soprattutto “sulla mia, che ero molto abituata a star sola, a fare lunghe camminate sull’argine, oppure sport, shopping, andare al lavoro da sola”. Viola spiega poi che ha dovuto cambiare le sue abitudini di vita in quanto non vorrebbe “sacrificare il tempo” agli agenti che la scortano: “Prima rimanevo al lavoro fino alle otto di sera, per esempio, adesso cerco di staccare prima e andare a casa. Anche loro devono tornare dalle loro famiglie e mi dispiace fargli fare tardi”.
Il primo giorno di tutela, al ritorno dalle vacanze di Natale, “sono scesa dall’aereo e con la mia famiglia ci siamo separati lì, loro facevano il percorso normale, io sono salita in macchina con i carabinieri. È stato un momento brutto, nonostante la loro gentilezza. Uno dei primi giorni ho chiesto: ditemi i vostri orari e mi adatto. E loro: ma professoressa è lei che deve dirci i suoi! Io però non me la sento di tenerli impegnati facendo la vita di prima”.
Secondo quanto riferisce l’immunologa al Corriere, il suo periodo di scorta dovrebbe durare tre mesi, alla fine dei quali la prefettura di Padova rivaluterà un’eventuale estensione. Ma l’immunologa si dichiara tranquilla e spiega che non ha nessun tipo di problema di ansia o paura di eventuali aggressioni. La dottoressa conferma poi la sua volontà a continuare la divulgazione scientifica: “Posso smettere anche oggi di parlare attraverso i media ma credo che invece sia importante farlo, raccontare la scienza e la sua metodica a quante più persone possibili. Perché è importante l’accettazione e la comprensione dei principi scientifici”. Infine Viola spiega che non tutti i No vax sono violenti e racconta di un episodio personale a conferma di ciò: “L’altro giorno mi ha scritto una signora no-vax per dirmi, in tono molto garbato, che le dispiace per le mie limitazioni ma che anche lei si sente limitata nella sua libertà e che ha paura perché gli scienziati sono umani e possono sbagliare” e, continua l’immunologa, “le ho risposto che quel poco di libertà che lei ha dipende dal fatto che tante altre persone si sono vaccinate, perché se tutte avessero fatto come lei oggi saremmo alla guerra civile. E le ho detto di fidarsi di noi, come si fida del conducente del treno che prende o dell’ingegnere che ha costruito la sua casa“.