"E' un’applicazione significativa dei progetti di utilità collettiva", ha commentato il sindaco Vecchi. Le persone selezionate parteciperanno a un percorso di formazione per poi prendere posto davanti gli hub già a fine gennaio. Per adesso si prevedono due turni da quattro o sei ore, fino a un limite settimanale di 16 ore
Cento persone che percepiscono il reddito di cittadinanza a Reggio Emilia saranno assegnate a compiti di accoglienza, orientamento, supporto amministrativo e sorveglianza negli hub vaccinali della città. È il primo caso in Italia, come sottolinea il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Lo ha annunciato il sindaco Luca Vecchi, comunicando che l’accordo siglato tra il comune di Reggio Emilia e l’Azienda unità locale sanitaria (Ausl) vedrà i percettori aiutare il personale medico-sanitario e amministrativo nella campagna vaccinale.
“Si tratta di un’applicazione significativa dei progetti di utilità collettiva nel concreto”, ha detto Vecchi. Un protocollo di collaborazione applaudito dal governatore Bonaccini, che sui social ha commentato: “Permetterà a chi percepisce il reddito di cittadinanza di partecipare e dare un contributo alla campagna vaccinale”. I candidati sono stati scelti in base alla corrispondenza tra le caratteristiche del progetto e le loro competenze tra cui anche gli interessi e le propensioni personali. I beneficiari saranno contattati per un colloquio, e le persone selezionate parteciperanno a un percorso di formazione per poi prendere effettivamente posto davanti ai punti vaccinali già a fine gennaio. Per adesso si prevedono due turni da quattro o sei ore, fino a un limite settimanale di 16 ore. Nella prima fase i cittadini saranno affiancati al personale dipendente dell’Ausl fino al raggiungimento dell’autonomia.