Leung era in carcere per il suo ruolo in una protesta notturna nel 2016 in cui rimasero ferite circa 130 persone, per lo più della polizia. In più, Leung aveva coniato lo slogan "Liberate Hong Kong! Rivoluzione dei nostri tempi", un motto poi ripreso nelle manifestazioni pro-democrazia che nel 2019 hanno portato in piazza quasi 2 milioni di persone
Dopo quattro anni trascorsi in carcere, l’attivista pro-democrazia di Hong Kong Edward Leung, 30 anni, è stato rilasciato per buona condotta. Il leader delle proteste del 2016 ha lasciato il carcere di massima sicurezza di Shek Pik, sull’isola di Lantaub questa notte e ancora non ha rilasciato dichiarazioni ai media.
Leung era detenuto dal 2018, condannato a sei anni di reclusione per il ruolo svolto in una protesta notturna nel 2016 in cui rimasero ferite circa 130 persone, per lo più poliziotti. In più, Leung aveva coniato lo slogan “Liberate Hong Kong! Rivoluzione dei nostri tempi“, un motto poi ripreso nelle manifestazioni pro-democrazia che nel 2019 hanno portato in piazza quasi 2 milioni di persone. Manifestazioni represse dalle forze dell’ordine cinesi ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale. Una legge controversa, imposta da Pechino nel 2020 e che prevede una condanna fino all’ergastolo per chi sostenga l’indipendenza dell’isola dalla Cina.
Nel 2016 Lelung aveva deciso di candidarsi al Consiglio legislativo (il parlamento di Hong Kong), ma gli fu impedito proprio per il suo passato indipendentista. Si era formato così il movimento “Hong Kong Indigenous“, che diede inizio alla cosiddetta “fishball revolution“, richiamando le popolari polpette di pesce della città. La storia di Edward Lelung, noto tra le cose per aver difeso i venditori ambulanti contro le violenze della polizia, sono oggetto del recente documentario Black Bauhinia (2021) e Lost in the fumes (2017).