L’Inps alla fine del 2020 aveva oltre 400mila cause pendenti e delle 260.540 definite nell’anno aveva perso in più di un terzo dei casi. È quanto emerge dal Rendiconto sociale dell’Istituto nazionale di previdenza presentato dal presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ), Guglielmo Loy, con una relazione di fine consiliatura. Il contenzioso amministrativo e giudiziario comporta tra i 200 e i 230 milioni di spese giudiziarie ogni anno, una cifra pari a poco meno del 10% delle risorse disponibili per le spese di funzionamento dell’Inps al netto del costo del personale. Nel 2020 sono iniziati oltre 215mila processi per la stragrande maggioranza promossi dagli utenti (206.302). Una parte consistente del contenzioso giudiziario è legato all’invalidità civile con oltre 160mila giudizi definiti nel 2020. Tra questi 87.893 sono stati favorevoli per l’Inps (il 68%), 41.082 per gli utenti (il 32%) esclusi gli altri esiti del giudizio che sono oltre 30mila.

La pandemia, si legge nella relazione di fine mandato, ha portato “nuovi e gravosi compiti” per l’Inps che attraverso una “complessa ricerca” ha costruito “efficaci risposte” con “qualche criticità, frutto, anche di un sovrapporsi continuo ed urgente di provvedimenti emergenziali”. L’istituto, si legge, “ha sofferto dell’instabilità degli orientamenti dei vertici, ed è stato attraversato dal confronto tra Organi sulla presenza nel territorio, sull’autonomia dell’ente e sulle priorità organizzative dell’Istituto nell’erogazione delle tutele”. Complessivamente il contesto in cui si è sviluppata l’attività della sesta consiliatura “è stato molto complesso”, rileva il Civ.
Infatti, accanto ad un quadriennio “caratterizzato da un quadro politico in continua evoluzione con effetti sulla necessaria linearità dell’attività legislativa, nell’ultimo biennio l’elemento di eccezionalità è stato sicuramente costituito dalla pandemia Covid-19”. L’Istituto ha risposto con “un insieme di nuovi e gravosi compiti a carico dell’Inps e con complessa ricerca di costruzione di efficaci risposte da parte dell’Istituto e del suo personale nelle condizioni date e con qualche criticità, frutto, anche di un sovrapporsi continuo ed urgente di provvedimenti emergenziali”. In particolare le procedure emergenziali di erogazione della cassa integrazione “soffrono di norme sostanzialmente inadeguate, specialmente per quanto riguarda il pagamento diretto al lavoratore”. Le innovazioni poi introdotte hanno avuto “una difficile fase iniziale” ma nel tempo si è registrato “un costante e significativo miglioramento del servizio, attraverso investimenti in risorse umane e innovazioni informatiche”.

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