di Riccardo Mastrorillo
Tra una settimana cominceranno le votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica. In assenza di un accordo su un nome bipartisan di alto profilo, l’elezione dovrà avvenire, dalla quarta votazione, con il voto della metà più uno dei grandi elettori, che sono 1009. Quindi sarà necessario, per essere eletti, prendere 505 voti.
Il centrodestra, sulla carta, potrebbe contare su 446 voti, il centrosinistra largo (comprendendo anche 5 stelle, Azione, +Europa e la sinistra “radicale”) su 445. I voti a disposizione dei renziani sono 44, rendendoli di fatto l’ago della bilancia di quest’elezione, con le tragiche conseguenze che ne derivano.
È probabile che i voti del centrodestra siano verosimilmente compatti per votare, per esempio, Silvio Berlusconi, quindi, se un quarto dei parlamentari di Italia viva decidesse di votarlo, Berlusconi avrebbe, sempre sulla carta, i numeri per essere eletto alla quarta votazione. Similmente, sempre in un’ipotesi di compattezza forte del centrodestra, basterebbe convincere 9 parlamentari non schierati per raggiungere quota 505.
Già da qualche mese, da quando i giornali sotto il controllo diretto o indiretto di Berlusconi hanno iniziato la campagna di incenso e sviolinate, abbiamo cercato di sensibilizzare la politica sul rischio che la candidatura Berlusconi venisse messa in campo realmente, ottenendo risposte ilari e incredule di politici che ci spiegavano che non sarebbe mai accaduto… non sappiamo se dovremo subire anche questo tragico epilogo, ma riteniamo assolutamente insufficiente, tardiva e ridicola la posizione assunta dagli esponenti del centrosinistra, di tiepida contrarietà.
La dignità delle istituzioni avrebbe preteso, già mesi fa, una risposta chiara e determinata sull’inopportunità civile, giuridica e morale di una candidatura siffatta. Un pregiudicato al Quirinale!
Come sempre il Partito democratico affida la sua strategia nello scommettere sull’errore degli avversari: “Anche per Lega e Fratelli d’Italia sarebbe svantaggioso portare Berlusconi al Quirinale” sostengono alcuni, “alla fine non riuscirà a trovare i voti” sostengono altri… Per noi 9 voti, su circa una settantina di imponderabili, ci sembrano un traguardo alla portata delle capacità di Berlusconi. Ma non è questo il punto: già è grave essere arrivati ad una candidatura ufficiale, emersa dal vertice del centrodestra, tralasciando la patetica attesa che “Berlusconi sciolga la riserva…”. Non capiamo perché non sia stato possibile, fino ad ora, proporre una candidatura di bandiera, condivisa almeno coi 5 stelle, lasciando invece campo aperto, nelle tv e sui giornali, solo alla propaganda di Berlusconi.
Ricordiamo, nel 1999, la geniale campagna, in occasione delle elezioni per il Presidente della Repubblica, a favore di Emma Bonino. Il 13 maggio venne eletto Presidente Carlo Azeglio Ciampi, ma qualche settimana dopo, alle elezioni europee, la lista “Bonino” ottenne un successo storico: con l’8,5% portò i Radicali ad essere il quarto partito italiano.
Non sappiamo se Berlusconi sia realmente convinto di poter essere eletto Presidente della Repubblica o stia semplicemente organizzando una campagna mediatica per risollevare le fortune della sua formazione politica, ad oggi quasi scomparsa. Avergli consentito anche solo la seconda cosa è una dimostrazione di dabbenaggine politica non da poco! Soprattutto perché, nel caso, il centrodestra avrebbe tutto l’interesse per chiudere l’esperienza Draghi e andare ad elezioni anticipate.
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