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Deborah Compagnoni e la morte del fratello Jacopo: “Non ha commesso nessun errore, è andata così. Doveva accadere, ma è straziante”

Il 17 dicembre scorso, infatti, il più piccolo dei suoi fratelli, Jacopo, 40 anni, è morto mentre sciava e scendeva dal canale Nord del Monte Sobretta, territorio comunale di Valfurva, in Alta Valtellina (Sondrio)

di Francesco Canino

«La morte di mio fratello Jacopo sembrava sospesa, irreale, adesso invece l’incredulità si è fatta concreta e dolorosa». Per la prima volta Deborah Compagnoni parla pubblicamente del lutto che un mese fa ha sconvolto la sua vita e quella della sua famiglia: il 17 dicembre scorso, infatti, il più piccolo dei suoi fratelli, Jacopo, 40 anni, è morto mentre sciava e scendeva dal canale Nord del Monte Sobretta, territorio comunale di Valfurva, in Alta Valtellina (Sondrio). Travolto da una valanga, Jacopo è stato trascinando per 500 metri lungo un canalone pieno di balzi rocciosi ed è morto proprio a causa delle ferite riportate nella caduta. Lui che conosceva tutto di quelle montagne, dove da anni lavorava come guida alpina e maestro di sci.

«Jacopo era bellissimo e speciale. Aveva un’energia stupenda, conosceva la montagna a menadito, non si può dire che abbia commesso alcun errore. È andata così. Certo, per chi resta, è straziante», racconta oggi in un’intervista al Corriere della Sera la Compagnoni, che è tornata a casa, a Santa Caterina Valfurva, il suo luogo dell’anima, lì dove tutto è cominciato e dove la famiglia ha ancora oggi un albergo gestito dall’altro fratello, Yuri, il maggiore, e dove vivono papà Giorgio e mamma Adele.

«Provo a essere forte, a tenere su i miei», ammette la campionessa olimpica, raccontando di come il lutto oggi si sia fatto più intenso e straziante rispetto a un mese fa. «Darsi spiegazioni, come si fa? Io credo nel destino. Quando deve accadere, accade. Mi piace pensare così perché mi aiuta a vivere meglio», rivela. Intanto in queste settimane sulle pagine social di Jacopo sono continuati i messaggi di ricordo e di affetto, in particolare di vicinanza per la moglie e i due bambini: tutti lo ricordano come una persona speciale oltre che un «professionista preparatissimo e umanamente straordinario». «Sono sicura, la sua anima resterà nelle sue montagne ad aspettarmi ogni volta che sentirò la sua mancanza», ha scritto di recente anche Deborah Compagnoni, mentre l’ex marito dell’icona dello sci, Alessandro Benetton, si è detto «profondamente sconvolto e addolorato per la morte di Jacopo».

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