A distanza di due anni, la padovana Maristella Scarmignan, 56 anni, casalinga, ha ricevuto un decreto penale di condanna: 2 mesi di arresto sostituiti da una multa di 4.500 euro. “Cosa avrei dovuto fare? Lasciarlo ferito in strada? Di fronte a una persona che sta male e a un’urgenza del genere, c’è poco da ragionare", ha raccontato a Il Mattino di Padova
Era in isolamento per Covid, ma quando aveva sentito lo schianto e aveva visto un motociclista a terra, era uscita di casa ed era corsa a soccorrerlo. A distanza di due anni, la padovana Maristella Scarmignan, 56 anni, casalinga, ha ricevuto un decreto penale di condanna: 2 mesi di arresto sostituiti da una multa di 4.500 euro. Paradossale, ma vero. A raccontare la storia è stata lei stessa, intervista da Il Mattino di Padova. “Cosa avrei dovuto fare? Lasciarlo ferito in strada? Di fronte a una persona che sta male e a un’urgenza del genere, c’è poco da ragionare. E badate bene, avevo un tampone negativo fatto poco prima”.
Il fatto è accaduto nell’aprile 2020 a Palugana, una frazione di Ospedaletto Euganeo. Maristella è volontaria di un’associazione che si occupa di diritti umani. Poco dopo pranzo l’incidente accade proprio davanti alla sua casa. Un motociclista perde il controllo del mezzo, si schianta contro un segnale stradale e finisce dentro a un fosso. “Sono corsa fuori e ho visto un fumo pazzesco. Vedevo la moto in mezzo alla strada, ma non il conducente. Ho raggiunto il fossato e l’ho visto a terra, dolorante e in difficoltà. Ho temuto il peggio e quindi l’ho soccorso: voleva alzarsi, ma in quelle condizioni sarebbe stato deleterio mettersi in piedi”. Parte l’allarme e sul posto arrivano un’ambulanza del 118 una pattuglia di carabinieri.
Questi ultimi capiscono che la donna era in isolamento, le chiedono i documenti. Lei si rifiuta di mostrarli. Così scatta la denuncia per aver violato la prescrizione di non uscire da casa. Per lei scatta una doppia denuncia: per la violazione dell’isolamento ed essersi rifiutata di dichiarare le proprie generalità a un pubblico ufficiale. “A nulla è valso il buonsenso e il mio invito a valutare la situazione, a maggior ragione visto che avevo da poco ottenuto un tampone negativo”. A quell’epoca ne servivano due, negativi, per poter uscire. Quasi due anni dopo ecco arrivare un decreto penale di condanna a 4 mesi di arresto, pena ridotta a 2 mesi grazie al rito alternativo, e sostituzione con una multa di 4.500 euro.
La signora è intenzionata a ricorrere sperando di poter chiarire la propria buona fede in Tribunale. “Sono casalinga, non ho precedenti, mi ritrovo con la fedina penale sporca solo per aver aiutato una persona: è indegno. Da anni sono impegnata nel volontariato, a difesa dei diritti umani. Per me subire una condanna del genere è doppiamente svilente”.