Il primo cittadino di Santa Lucia di Piave, in provincia di Treviso, ex leghista e "venetista", era diventato noto a settembre quando aveva portato il suo "ufficio" fuori dal municipio come forma di protesta contro il green pass
Doveva restare a casa, in isolamento, perché positivo al Covid, e invece continuava a visitare i suoi pazienti in ambulatorio. Riccardo Szumski, 69 anni, sindaco e medico di Santa Lucia di Piave, ex leghista e “venetista” idolo dei no vax, rischia ora una denuncia per aver violato la quarantena col pericolo di diffondere ulteriormente il virus e una multa che va dai 300 e i 1.500 euro. Il primo cittadino santalucese era diventato un fenomeno dei No vax quando il settembre scorso, per evitare di presentare il green pass o di fare il tampone ogni due giorni, ha preferito portare il proprio ufficio all’esterno del municipio. Radiato dall’Ordine dei medici di Treviso (provvedimento contro cui è stato fatto ricorso e, a breve, dovrebbe arrivare il pronunciamento finale), era stato poi denunciato dalla Digos per una affermazione ritenuta lesiva del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Szumski adesso è accusato di aver violato l’isolamento a cui era costretto da dieci giorni.
Risultato infatti positivo il 7 gennaio, si era messo in auto-isolamento in casa senza, peraltro, fare mistero della cosa. Dopo dieci giorni il medico aveva fatto il suo secondo tampone in una struttura sanitaria. Ma Szumski, al posto di attendere il risultato del test, il 19 gennaio, senza avere ancora ottenuto il Green pass, è voluto andare lo stesso in ambulatorio per visitare i suoi pazienti. Il giorno prima, martedì, aveva anche detto pubblicamente che lo avrebbe fatto e questo ha attirato l’attenzione dell’azienda sanitaria locale che ha mandato due ispettori per controllare il certificato di guarigione, che il medico ovviamente non possedeva ancora. Szumski è stato quindi sanzionato e segnalato alla prefettura. L’Ulss è anche pronta a segnalare nuovamente Szumski all’Ordine dei medici.