A tre mesi esatti dal verdetto di assoluzione sono arrivate le motivazioni dei giudici di Siena che lo scorso 21 ottobre hanno assolto Silvo Berlusconi e il pianista Danilo Mariani dall’accusa di corruzione in atti giudiziari nell’ambito di uno dei filoni del caso Ruby. Mariani, la cui posizione per falsa testimonianza era stata stralciata, era stato condannato invece a 2 anni per le bugie dette agli inquirenti. Menzogne non perché pagato dal’ex premier, secondo i magistrati toscani, ma perché amico del leader di Forza Italia in virtù di un rapporto lavorativo esistente da anni. Mariani infatti era stipendiato da Berlusconi anni prima per il suo lavoro di pianista. “Anche là dove si assuma”, come ritenuto dal tribunale, “che Danilo Mariani abbia deposto il falso nei procedimenti Ruby uno e Ruby due” la “mendace testimonianza non è affatto univocamente indicativa dell’esistenza” di un “accordo corruttivo” scrivono i giudici nelle motivazioni. C’è un’ipotesi “confliggente” con quella del pm, ovvero che Mariani “abbia sì deposto il falso” non perché tenuto” a farlo per un “patto corruttivo” ma “in ragione del legame professionale e amicale che lo legava” a Berlusconi. Questa “ipotesi alternativa non appare in alcun modo superabile sulla scorta dei dati probatori acquisiti”.
L’unico dato probatorio rappresentato dall’esistenza di plurime elargizioni di denaro da parte di Silvio Berlusconi in favore di Danilo Mariani non è affatto dotato della forza probatoria che pure gli viene conferita e riconosciuta dal pubblico ministero”, ovvero che l’impegno del primo a pagare il secondo sarebbe stato il corrispettivo perché Mariani rendesse falsa testimonianza. L’accusa aveva chiesto una condanna a 4 anni e dieci mesi per l’ex presidente del Consiglio. Mariani, aveva raccontato che durante le feste ad Arcore non c’era stato nulla di male: “Non c’erano contatti fisici tra Berlusconi e le sue ospiti ma solo strette di mano”, anche se alcune delle giovani ospiti ballavano “in modo sexy, provocante”. Mariani aveva aggiunto che Ruby, spacciata invano per la nipote dell’ex presidente egiziano, “su YouTube fece vedere il video di una cantante egiziana, diceva che era sua madre”. Mariani aveva confermato che erano sempre presenti i camerieri e il barman. “In discoteca si beveva moderatamente: il drink più alcolico era a base di champagne”. E Berlusconi cosa faceva? Da buon padrone di casa “stava seduto e parlava con gli ospiti”. Questi racconti falsi, secondo l’accusa, sarebbero stati pagati con bonifici effettuati da Berlusconi a Mariani come rimborsi spesa, circa 170mila euro dal 2011 al 2013. Per i giudici invece la falsa testimonianza è dovuta all’amicizia e al rapporto di lavoro.
“La periodicità mensile delle corresponsioni, l’identico strumento (sempre peraltro tracciabile) costituito dall’uso di bonifici bancari, in uno con la natura sempre identica dell’importo via via elargito ad avviso del Collegio rappresentano, nel complesso, concordi e convergenti segni da cui può inferirsi l’esistenza, tra Silvio Berlusconi e Danilo Mariani, di uno stabile (e già da tempo in essere ) rapporto di natura (quantomeno) professionale risalente quantomeno al mese di gennaio 2008″. Nella sentenza si legge anche che “nel complesso, le elargizioni corrisposte nel decennio compreso tra l’anno 2006 e l’anno 2016, i versamenti operati da Berlusconi a Mariani ammontano al complessivo importo di 453.190,83 euro, la gran parte dei quali” corrisposto “nel periodo antecedente a quello oggetto di indagini patrimoniali da parte della polizia giudiziaria”.