L'inaugurazione è l'ultima apparizione pubblica del Capo dello Stato prima dell'elezione del successore. Il primo presidente Curzio: "Settennato tra i più autorevoli della storia della Repubblica". Il pg Giovanni Salvi dedica un ampio passaggio alla riforma della legge sui benefici penitenziari ai boss: "Ergastolo ostativo e il 41-bis non sono carcere duro ma strumenti per impedire che i mafiosi continuino a comandare dal carcere, come avveniva prima del 1992"
“Guida salda“, “esempio di servitore dello Stato“, “stimolo alle riforme“. I vertici della giustizia italiana fanno a gara a omaggiare Sergio Mattarella alla sua ultima (a meno di sorprese) inaugurazione dell’anno giudiziario in Corte di Cassazione, che è anche l’ultima apparizione pubblica prima dell’elezione del suo successore. Qui nessuno considera l’ipotesi di un bis: “In questi ultimi giorni del suo settennato mi consenta di ringraziare per aver offerto e donato, soprattutto ai giovani, l’esempio di come sia bello e qualificante lavorare per le istituzioni, l’esempio del servitore dello Stato che, spogliandosi di ogni precedente appartenenza, si fa carico esclusivamente dell’interesse generale“, dice il vicepresidente del Csm David Ermini. Che ricorda come in questi anni la magistratura abbia “sofferto una crisi di credibilità agli occhi dell’opinione pubblica forse senza precedenti” ma abbia potuto reagire “grazie alla guida salda, ai fermi richiami e al sostegno costante” del capo dello Stato. Nell’aula magna del Palazzaccio a svolgere la relazione annuale sullo stato della giustizia è stato Pietro Curzio, il primo presidente la cui nomina (insieme a quella della presidente aggiunta Margherita Cassano) era stata annullata sette giorni prima dal Consiglio di Stato e reiterata a tempo di record dal Csm proprio per consentirgli di partecipare all’appuntamento istituzionale. “La Corte di Cassazione è onorata di essere il luogo dove si compie l’ultimo atto pubblico a conclusione di un settennato tra i più autorevoli della storia della Repubblica”, ha esordito Curzio.
“In questo anno abbiamo sperimentato che pure in un ambito così divisivo come la giustizia è possibile trovare un terreno di incontro”, ha dichiarato nel proprio intervento la ministra della Giustizia Marta Cartabia. “È stato avviato un complesso di riforme e di progetti tutt’altro che agevoli, anzi a tratti scomodi e impopolari, ma urgenti e indifferibili. Le riforme che ci eravamo impegnati a realizzare entro il 31 dicembre 2021 nel quadro del Pnrr sono state tutte approvate dal Parlamento, e non era affatto scontato“, rivendica. Il piano di ripresa, ha ricordato, “prevede la riforma della giustizia tributaria entro il 2022. Ma prima ancora è necessario affrontare la riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm. “Ineludibile” davvero, come lei, signor presidente della Repubblica, ha più volte sottolineato, interpretando l’animo di molti. E per quel che conta anche mio”. Il testo del governo, però, non è ancora arrivato in Consiglio dei ministri nonostante fosse stato annunciato per prima di Natale: e il tempo stringe, perché il rinnovo dell’organo di autogoverno della magistratura è previsto a luglio. Lo ricorda anche il suo vicepresidente, David Ermini, citando Mattarella: “Non si può accettare il rischio che le prossime elezioni siano indette con vecchie regole e con sistemi giudicati da tutti insostenibili“.
Il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, ha dedicato un ampio passaggio alla riforma dell’ergastolo ostativo, in discussione alla Camera dopo le sentenze della Corte costituzionale che hanno giudicato illegittimo il divieto di concessione dei benefici penitenziari ai condannati per mafia che non collaborano con la giustizia. “L’ergastolo ostativo e il 41-bis non sono carcere duro ma strumenti per impedire che i mafiosi continuino a comandare dal carcere, come avveniva prima del 1992″, ha detto. “Ci auguriamo che l’attuazione della sentenza della Corte costituzionale sull’ergastolo ostativo conservi i principi fondamentali che la Corte stessa ha indicato: la collaborazione resta la strada principale di prova della cesura dei rapporti con l’organizzazione mafiosa e tale prova non può essere limitata alla buona condotta nel carcere, ma estesa alla insussistenza effettiva di quei rapporti e alla impossibilità che possano essere ripristinati. Chi dimentica la propria storia – ha concluso – è destinato a riviverla“. Salvi ha parlato anche della piaga degli infortuni sul lavoro, che, ha detto, “sono una priorità, da affrontarsi con approccio complessivo. Essi sono a volte legati a condizioni di lavoro indegne di un Paese civile, causate dall’insufficienza di politiche del lavoro consapevoli della realtà produttiva del Paese, così che lavoratori e datori di lavoro sono spinti verso l’illegalità. Si spera che la riapertura dei canali legali di ingresso per ragioni lavorative, finalmente avviata, contribuisca a sanare questa grave situazione”.
“I reati nel 2021 sono leggermente cresciuti rispetto al 2020, anno di forte calo a causa della pandemia, ma si sono ridotti del 12,6% rispetto a un anno “normale” quale il 2019″, ha riassunto nel proprio intervento il primo presidente Curzio. “Vi è stato un incremento di specifiche categorie, in particolare sono cresciuti in misura rilevante i reati informatici. Ed è da segnalare anche il fenomeno delle violenze e minacce nei confronti di specifiche categorie di persone particolarmente esposte, quali i giornalisti o gli amministratori locali. Inaccettabile rimane il numero degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, particolarmente grave nei settori maggiormente caratterizzati da attività precarie ed usuranti. L’Inail ha comunicato che nei primi dieci mesi del 2021 è stato superato il livello delle mille denunce di infortuni mortali“. Le considerazioni più incoraggianti, ha sottolineato Curzio, “derivano dai dati sugli omicidi: nel 2021 in Italia sono stati commessi 295 omicidi volontari. È uno dei dati migliori tra i Paesi europei, che a loro volta offrono i dati migliori nel mondo. E non era così: nel 1991 gli omicidi in Italia furono quasi 2.000. In seguito, sono lentamente ma progressivamente diminuiti riducendosi a 359 nel 2018, 317 nel 2019, 287 nel 2020″.