Nuova puntata della polemica a distanza tra il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, sulla didattica in presenza.
Nel suo appuntamento del venerdì su Facebook, il politico campano, dopo una premessa critica nei confronti dei no vax (“non si possono più sentire le loro stupidaggini, la stupidità non è un argomento e non c’entra con la democrazia”), passa all’attacco di Bianchi: “Continuo a registrare una posizione propagandistico-demagogica del ministero dell’Istruzione in relazione alle scuole. Premesso che abbiamo tutti l’obiettivo di mandare a scuola in presenza i ragazzi, premesso che dobbiamo fare di tutto per raggiungere questo obiettivo, ma dire questo non significa fare demagogia e chiudere gli occhi davanti alla realtà“.
E spiega: “Esprimo il mio ringraziamento al personale docente e ai presidi per il lavoro immane che stanno facendo in una situazione di confusione totale. Diversamente da quello che ha comunicato il ministro dell’Istruzione, proponendo dati mistificati, non è vero che abbiamo il 92-93% di situazioni normali. Questa è una pura mistificazione. Secondo i dati rilevati dall’11 gennaio a oggi, i positivi che abbiamo in Campania nella fascia di età 0-13 anni è di 29mila unità, cioè abbiamo circa 30mila bambini positivi. I contagiati nel territorio della Asl Napoli 1 sono stati 5mila, che – continua – se confrontati con quelli degli ultimi 10 giorni del 2021, registrano un incremento del 132%. C’è una situazione caotica per cui abbiamo nelle classi alcuni ragazzi presenti, altri a casa e a volte non si sa se si fa o no la dad. I docenti e i presidi stanno davvero facendo un lavoro eroico, innanzitutto per capire questo groviglio di norme in cui hanno fatto affondare la scuola. Dobbiamo sicuramente lavorare tutti per superare le situazioni di emergenza che ci sono, anche se l’unico a non vederle è il ministro dell’ istruzione“.
Frecciata ulteriore di De Luca al governo Draghi e al commissario all’emergenza covid Figliuolo: “Noi stiamo reggendo, ma non chiediamo il cambio dei colori. A volte ho la sensazione che alcuni colleghi di altre Regioni chiedano che si rompa il termometro per non misurare la febbre. I ricoverati per covid, anche se hanno altre patologie, ci sono comunque, c’è poco da fare: sempre ospedalizzati per covid sono. Comunque sia, vediamo come evolve questo manicomio dell’Italia a colori e delle quarantene. Non ne parliamo più – conclude – pensiamo a fare il nostro lavoro e, per quello che ci riguarda, penseremo a contestare questa spinta del governo a centralizzare le decisioni. Guai a noi se fossimo nelle mani dei ministeri: l’Italia avrebbe conosciuto l’ecatombe, perché davvero a Roma non sono in grado di fare nulla. Ogni tanto sento Figliuolo che dice: ‘Abbiamo raggiunto gli obiettivi’. Ma ‘abbiamo’ chi? A Roma scrivono solo carte e mandano circolari, il 100% dei lavoro lo fanno le Regioni“.