La Corte di appello di Genova ha confermato l’assoluzione nei confronti degli otto dipendenti del Comune di Sanremo, tra cui l’agente di polizia municipale immortalato dalle videocamere mentre timbrava il cartellino in mutande nell’ambito dell’operazione Stachanov, che erano imputati per truffa ai danni dello Stato e violazione della Legge Brunetta sul pubblico impiego, per l’infedele timbratura del cartellino. La procura di Imperia aveva presentato ricorso contro la sentenza di primo grado emessa dal giudice Paolo Luppi contro otto dei dieci imputati assolti. Nel giudizio abbreviato invece erano state inflitte 15 condanne con pene dagli otto mesi ai 3 anni e 7 mesi.

Nel secondo grado oltre al vigile, sono stati assolti l’ex coordinatrice degli asili nido, l’ex funzionario del servizio economato, una dipendente dei servizi sociali, un ex impiegato dell’Anagrafe, un ex operaio, un ex funzionario del servizio di appalti e un ex impiegato dell’archivio. La Procura non era ricorsa in appello per l’allora responsabile di museo e biblioteca e un’altra imputata, oggi al settore Fabbricati, all’epoca componente dello staff del sindaco Zoccarato.

“La vicenda si è chiusa sotto il profilo penale con una sentenza che mette la parola fine a anni di sofferenze per persone innocenti – ha detto l’avvocato Alessandro Moroni, difensore, tra gli altri del vigile -. Il giudice di primo grado aveva attentamente valutato le carte processuali arrivando a conclusioni che la Corte ha ritenuto ineccepibili”. Facevano parte del collegio difensivo, oltre all’avvocato Moroni, anche gli avvocati: Alessandro Mager, Giuseppe Pugliese, Eugenio Bluffi e Carlo Ruffoni.

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