“Indubbiamente ci sono stati dei passi avanti rispetto al far west del lavoro a cottimo sotto algoritmo degli scorsi anni, eppure la contrattazione dei sindacati confederali lascia enormi margini di scontento e condizioni di lavoro inaccettabili per i lavoratori”. Così il sindacato di base Si Cobas ha presentato in conferenza stampa a Genova, sotto la sede regionale ligure della Rai, lo sciopero dei ciclofattorini di Just Eat indetto per sabato 22 gennaio. Una mobilitazione che ha lo scopo di proseguire nel percorso di riconoscimento di maggiori tutele, dopo il passaggio dal pagamento a cottimo a un regolare contratto di assunzione.
Si tratta del secondo sciopero nel giro di un mese, dopo il primo che ha visto solo a Genova l’adesione di un centinaio di lavoratori che hanno attraversato alcune vie della città in bici con la divisa in segno di protesta: “Quello che chiediamo non è un mero ritorno al lavoro autonomo, anche se di fatto questa soluzione ci ha dimezzato la paga, perché riconosciamo i vantaggi della stabilizzazione – spiega il fattorino Lorenzo Bonacina – ma alcune semplici riconoscimenti elementari che dovrebbero essere dovuti a lavoratori dipendenti. Mezzi di trasporto forniti o rimborsati dall’azienda, ripristino della scelta di zone della città di coprire, migliore organizzazione degli orari di lavoro, applicazione integrale del contratto nazionale di lavoro per la logistica”. Se altre piattaforme di consegna cibo a domicilio continuano a usufruire di lavoratori più o meno autonomi, Just Eat ha infatti siglato nei mesi scorsi un accordo che regolarizza la posizione dei propri lavoratori, ora dipendenti a tempo indeterminato: “Tuttavia i sindacati con cui hanno raggiunto l’accordo hanno accettato una deroga al normale CCNL Logistica e Trasporti che prevede 9,64 euro all’ora per il quarto livello, creando di fatto ad hoc un livello sottopagato che porta i rider ad avere un compenso ampiamente sotto quello di qualunque corriere e meno pagato di quanto non fosse prima”. Così lo sciopero dei fattorini Just Eat previsto per sabato nelle principali città italiane, indetto dal SiCobas, punta a ottenere l’apertura di un tavolo con l’azienda per migliorare le condizioni salariali (attualmente un rider contrattualizzato full time incasserebbe circa mille euro), mezzi di trasporto e strumentazione forniti dalla società, maggiore flessibilità nella scelta dei turni e altre tutele che attualmente non sarebbero garantite ai lavoratori.