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Muore mentre cerca di fuggire dalla casa di riposo: Mario Finotti, 91 anni, aveva fatto una corda di lenzuola

"Stava bene, non soffriva di patologie degenerative. Non si sa cosa gli sia passato per la testa, perché da un punto di vista psicologico era sereno. Anche la scorsa settimana, la nipote aveva parlato con la psicologa in videochiamata ed era emerso un buon quadro psicologico dell’anziano", così il direttore dell'Opera Pia Francesco Bottoni, di Papozze in provincia di Rovigo, al Corriere della Sera

Si chiama “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve” il bestseller di Jonas Jonasson. La storia è quella di un uomo che decide di scappare dalla casa di riposo. Ed è quello che ha fatto anche Mario Finotti, 91 anni. I finali, però, sono diversi e la realtà più triste, dolorosa. Anche Mario aveva deciso per la libertà. Si è creato una corda legando insieme alcune lenzuola e si è calato dalla finestra. L’hanno trovato morto proprio appeso alla ‘sua’ corda. A causare il decesso propbabilmente una scivolata che ha causato la compressione dei polmoni e la morte. “Siamo scossi per quanto accaduto. Mario Finotti stava bene, non soffriva di patologie degenerative. Non si sa cosa gli sia passato per la testa, perché da un punto di vista psicologico era sereno. Anche la scorsa settimana, la nipote aveva parlato con la psicologa in videochiamata ed era emerso un buon quadro psicologico dell’anziano”, così il direttore dell’Opera Pia Francesco Bottoni, di Papozze in provincia di Rovigo, al Corriere della Sera. Mario non aveva figli, era del 1930, i pochi parenti che aveva a Bologna non li vedeva più, per via della pandemia. Quando ancora non era entrato nella casa di riposo andava a trovare il sindaco, Pierluigi Mosca: “Veniva a trovarmi in municipio un paio di volte l’anno. Era appassionato di politica e veniva proprio a parlare di politica. Si presentava con qualche scusa, tipo che aveva la caldaia a casa che funzionava male, ma poi facevamo una bella chiacchierata”.