Munzir e Mustafa, i protagonisti dello scatto ‘Hardship of Life’, che ha fatto il giro del mondo diventando immagine simbolo del dramma siriano, sono arrivati in Italia. Il loro volo di linea è atterrato all’aeroporto Leonardo da Vinci di Roma intorno alle 17. In Siria, a causa dei bombardamenti e delle conseguenze derivanti dal gas nervino, hanno perso gambe e braccia. Sono ora attesi a Siena, dove passeranno la quarantena e inizieranno la loro nuova vita in un alloggio messo a disposizione dalla Caritas e dall’Arcidiocesi. Dalla città del Palio era infatti partita una gara di solidarietà che aveva portato alla raccolta di 100mila euro e alla possibilità di un percorso di cure nel Centro protesi Vigoroso di Budrio, punto d’eccellenza nelle cure ortopediche a due passi da Bologna. Qui, tra due settimane (necessarie per la quarantena) i medici potranno sottoporli a esami con la speranza di poter applicare le protesi degli arti al bambino, Mustafa, e della gamba destra al padre Munzir.
Uno scatto, quello del fotografo turco Mehmet Aslan, che aveva commosso il mondo intero aggiudicandosi il premio assoluto al Siena International Photo Awards 2021. “Adesso è figlio vostro”, ha detto la mamma del piccolo Mustafa agli organizzatori del premio appena dopo l’atterraggio. Siena ospiterà la famiglia anche grazie all’impegno dell’Arcidiocesi e del cardinale Augusto Paolo Lojudice che, insieme alla Caritas, si è adoperato per trovare loro un’abitazione alle porte della città. “Appena arriveranno, li incontrerò. Spero di essere il primo. È la Chiesa che li accoglie e in questo caso mi sento di rappresentarla tutta la Chiesa” ha detto il cardinale che poi ha aggiunto: “Si tratta di un dramma umano di una famiglia che è diretta conseguenza della guerra, follia distruttiva ed efferata. Una volta arrivati dovremo capire le loro aspettative, farli rimanere con i piedi per terra e farli sentire accolti in una famiglia ancora più grande”. La macchina della solidarietà e del volontariato si è già messa in moto. Alla famiglia di Mustafa verranno forniti vitto e un’indennità. È già stato individuato un mediatore linguistico, mentre la Caritas si occuperà di creare una rete di supporto e di relazioni con il territorio. Infine, sarà attivato un percorso di accompagnamento, oltre all’insegnamento della lingua italiana.