Politica

Quirinale, sondaggio: Mattarella (65%) e Draghi (57%) i nomi più forti. Ma il 57% degli intervistati vuole che il premier resti a Chigi

La rilevazione Quorum\Youtrend per SkyTg24 fotografa le posizioni alla vigilia del primo voto dei 1.009 grandi elettori: la rielezione dell'attuale capo dello Stato soddisferebbe il 65,1% degli intervistati. Il principale motivo di insoddisfazione per l'eventuale ascesa del leader di Forza Italia è legato alle sue vicende giudiziarie

Il 65% degli intervistati da Quorum-YouTrend sarebbe soddisfatto dalla rielezione di Sergio Mattarella, seguito da Mario Draghi (57,1%). Quindi Paolo Gentiloni (38,3) ed Emma Bonino (32,2). Mentre oltre il 60% degli italiani non sarebbe soddisfatto dall’elezione di Silvio Berlusconi. È questa la fotografia scattata dal sondaggio dell’istituto di ricerca per SkyTg24 in vista del voto per il prossimo presidente della Repubblica che inizia lunedì 24. La rilevazione ha misurato il grado di soddisfazione del campione in caso di elezione di molti dei nomi che sono circolati per ricoprire il ruolo di Capo dello Stato. Ma il 56,7% degli intervistati, interpellati su cosa preferiscono per quanto riguarda la figura di Draghi, ha risposto che preferisce rimanga a Palazzo Chigi. E solo il 16,8 vorrebbe che si trasferisse al Colle.

Tutti gli altri nomi hanno un gradimento inferiore al 50 per cento: Gentiloni si ferma al 38,3%, Bonino al 32,2%, la ministra della Giustizia Marta Cartabia al 29%, Berlusconi piacerebbe a un italiano su quattro (25,7%), stessa percentuale per la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati. Indice di gradimento inferiore per l’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini (21,6%), seguito da Giuliano Amato (18,9%), Paola Severino (18,2%), Letizia Moratti (17,3%) e Franco Frattini (16,6%). Quorum-Youtrend hanno rilevato anche il grado di insoddisfazione in caso di elezione dei nomi che più stanno circolando in questi giorni di vigilia: Berlusconi non soddisfa il 64,5%, seguono Casini (55,1%), Moratti (54,9%), Amato (50%), Bonino (48,6%), Frattini (41,5%), Casellati (39,5%), Gentiloni (38,1%), Severino (36,3%), Cartabia (34,4%), Draghi (29%) e il bis di Mattarella (23,2%).

Il sondaggio ha cristallizzato anche le motivazioni di gradimento e non soddisfazione in caso di elezione di Berlusconi, la figura più divisiva tra i papabili per il Colle. Tra coloro che sarebbero soddisfatti, la principale motivazione (29,6%) riguarda la sua figura di “grande imprenditore”, seguita dal fatto che è stato a lungo presidente del Consiglio e leader del centrodestra (26,7%), mentre il 21,3% lo vedrebbe bene nel ruolo di capo dello Stato perché è l’unico in grado di unire gli italiani, il 12,5% perché è un personaggio politico che lo rappresenta e il 7,1% perché è una persona simpatica e divertente. “Analogamente – spiega Quorum-YouTrend – è stato chiesto a chi sarebbe insoddisfatto della sua elezione di spiegare il perché: il 42,5% ha indicato come causa le vicende giudiziarie che lo hanno riguardato, il 22,8% ritiene che sia troppo vecchio, il 18,4% pensa che abbia governato male l’Italia, il 10,7% lo considera un personaggio che divide mentre il 2,9% crede che sia troppo di destra. Altre motivazioni sono al 2,7%”.

Al netto delle preferenze personali, invece, quando agli intervistati è stato chiesto di prevedere chi verrà scelto dai 1.009 grandi elettori, il 18,8% del campione ha indicato Draghi. Per il 14,7% sarà eletto Berlusconi. Seguono Mattarella all’11,1%, il commissario europeo all’Economia Gentiloni al 4,1%, la presidente del Senato Casellati al 4%, quindi Cartabia (3,8%), Casini (2,4%) e Bonino (2,1%). Tutti gli altri nomi più chiacchierati di questi giorni si fermano sotto il 2%, mentre il 33,4% del campione non sa rispondere. L’elezione del nuovo inquilino del Quirinale rischia di avere effetti anche su Palazzo Chigi, indipendentemente dall’elezione dell’attuale presidente del Consiglio. Ad avviso del 49,2% degli intervistati, dopo l’elezione del presidente della Repubblica, il governo Draghi andrà avanti. Per il 13,6% nascerà un nuovo governo tecnico con la stessa maggioranza, per il 11,3% nascerà un nuovo governo politico con un’altra maggioranza, per il 10,4% si andrà subito alle elezioni, mentre il 15,5% non sa cosa rispondere.