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Bruxelles, in 50mila alla manifestazione no vax contro le restrizioni anti Covid: scontri e assalto alle sedi Ue. 70 arresti e 15 in ospedale

Nuova protesta nella capitale belga: bidoni incendiati, barricate e sassaiole contro gli agenti, a pochi passi dalle istituzioni europee. Danneggiato anche l’edificio dell’Eeas

È stata un’altra domenica di proteste contro le misure sanitarie e scontri con la polizia a Bruxelles: una manifestazione organizzata nella capitale belga ha coinvolto circa 50mila persone, alcune delle quali sono venute a contatto con gli agenti: lanci di oggetti, fumogeni e cariche per buona parte del pomeriggio. Il bilancio, provvisorio, parla di 70 arresti e decine di feriti. La manifestazione era organizzata da tempo e comprendeva diversi movimenti critici verso le misure sanitarie introdotte dal governo federale belga. Non è la prima del suo genere: nella città, sede delle principali istituzioni dell’Ue, si svolgono proteste di questo tipo ogni domenica dallo scorso autunno.

In questo caso, però, hanno aderito anche organizzazioni straniere, come World Wide Demonstration for Freedom e Europeans United for Freedom. Lungo il corteo, partito intorno alle 11 dalla Stazione Nord di Bruxelles, si vedevano bandiere di numerosi Paesi europei e diversi manifestanti sono arrivati dall’estero. Un partecipante svizzero, intervistato dalla tv belga LN24, ha spiegato che l’obiettivo della protesta era la “riconquista della libertà”, sottratta dai governi. Numerosi gli striscioni contro l’attuale Primo ministro Alexander De Croo e il pass sanitaire, l’equivalente del green pass italiano, che in Belgio è necessario per accedere a bar, ristoranti ed eventi pubblici.

Le attuali misure in vigore sono “un ricatto per costringere la popolazione a vaccinarsi”, secondo una delle partecipanti. La manifestazione si è svolta inizialmente in modo pacifico per la maggior parte della giornata: nel punto d’arrivo del corteo, il Parco del Cinquantenario, era stato allestito un palco, dove erano previsti gli interventi dei rappresentanti delle organizzazioni coinvolte. Appena terminati i discorsi, intorno all’una, la polizia ha cercato di disperdere i manifestanti, circa 50mila in totale secondo le cifre fornite dalle autorità. A questo punto, nella strada che collega l’ingresso del parco alla rotonda Schuman, sede della Commissione europea, sono cominciati i primi scontri. Alcune persone hanno cominciato a scagliare contro gli agenti sassi, mattoni e altri oggetti conducenti. La polizia ha risposto utilizzando i lacrimogeni: la situazione è rapidamente degenerata e i manifestanti hanno danneggiato veicoli ed edifici vicini, tra cui anche il palazzo che ospita l’Eaas, il Servizio europeo per l’azione esterna.

Lo stesso Josep Borrell ha pubblicato su Twitter la foto di un vetro in frantumi nell’edificio: “Condanniamo fermamente l’insensata distruzione e la violenza alla manifestazione di oggi”, scrive l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri. “I manifestanti gridavano ‘liberté, liberté’, mentre gli altoparlanti della polizia chiedevano ai presenti di disperdersi”, racconta a IlFatto un testimone oculare. Verso le 17, la polizia in assetto anti-sommossa è riuscita a sgomberare l’ingresso del parco, ma gli scontri sono continuati nelle vie laterali. Diversi veicoli delle forze dell’ordine sono stati oggetto di sassaiole e i manifestanti hanno incendiato bidoni della spazzatura e provato a erigere barricate nelle strade della zona. I video presenti in rete mostrano roghi, vetrine distrutte e staccionate divelte. L’ordine è stato ristabilito completamente soltanto dopo il tramonto, grazie a un massiccio intervento delle forze dell’ordine in assetto anti-sommossa, che con lacrimogeni e cannoni ad acqua hanno disperso gli ultimi presenti. Una settantina di persone sono state arrestate, secondo quanto indica un comunicato della polizia di Bruxelles diramato in serata. Tre agenti di polizia e 12 manifestanti sono stati portati in ospedale: nessuno di loro è in pericolo di vita.