Dario Nardella, sindaco e assessore alla cultura del comune di Firenze? “Sembra allo stremo delle forze. Ormai non può far nulla a Firenze senza che gli saltino alla giugulare un gruppetto di attaccabrighe che strumentalizzano la cultura per far polemica su tutto”. È quanto sostiene Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze e ritenuto molto vicino al sindaco, in un’intervista di Artribune, testata di arte e cultura contemporanea.

La città dei guelfi e ghibellini si divide così, in questo inizio di anno, in nardelliani e attaccabrighe e molte sono le spine nel fianco del sindaco che suona il violino. L’ultima, in ordine di tempo, è il no del soprintendente per l’archeologia e il paesaggio Andrea Pessina alla proroga della ruota panoramica allestita per un mese alla Fortezza da Basso. Nardella è rimasto contrariato e ha chiesto un incontro a Roma ai ministri competenti per avere alleati contro Pessina, alias il signor No, che ha fatto infuriare molto anche il presidente della Fiorentina Rocco Commisso per i bastoni alle ruote nella costruzione del mega centro sportivo di Bagno a Ripoli.

In realtà la strategia di Nardella sembra piuttosto chiara e non dà l’idea, come evocato dai suoi più strenui sostenitori, di un sindaco sull’orlo di una crisi di nervi. Passi per la ruota, il grande balocco natalizio per i fiorentini. A Nardella stanno a cuore la realizzazione delle infrastrutture – dalla tramvia al nuovo stadio Franchi -, progetti finanziati con il Pnrr e che devono avere tempi certi, lavori da ultimare a fine 2026. “Qui dobbiamo deciderci. Vogliamo tenere le città bloccate in naftalina, sotto le teche, dove non si può fare niente, non si può cambiare nulla, non si può mettere una ruota panoramica, non si può mettere una pensilina, oppure vogliamo che le città si trasformino? Le città chi le deve governare, i sindaci eletti dai cittadini o altre persone che non rispondono ai cittadini e rispondono a se stessi?”, è sbottato Nardella.

E mentre il sindaco pensa alla Firenze che verrà, la sua assessora all’urbanistica Cecilia Del Re è costretta a gestire un settore, quello urbanistico, in cui si scontano scelte del passato. E il refrain di Palazzo Vecchio è che le responsabilità politiche sono delle giunte precedenti. Da Costa San Giorgio, dove dovrebbe essere costruito un albergo in una struttura di grande valore storico, al podere del Trecento, nel quartiere di Gavinana, in cui è prevista la costruzione di un parcheggio privato in un terreno coltivato, fino a pochi anni fa, a ortaggi e viti mentre Palazzo Vecchio sbandiera il green con la realizzazione di pareti verdi nelle scuole e la piantagione di nuovi alberi. “Ci vorrebbero confronti più seri e approfonditi. Lasciamo lavorare le soprintendenze e i tecnici, lasciamo al privato la possibilità di far bene il suo investimento. Detto questo, l’amministrazione ha messo dei vincoli ragionevoli, a vantaggio di tutte le parti”, sottolinea Risaliti riferendosi a Costa San Giorgio.

Insomma, giù le mani da chi investe. Si dà il caso però che non sempre ci sia sintonia tra uffici e amministratori comunali. Come nel caso del Podere Mattonia: gli uffici tecnici hanno dato il via libera alla costruzione del parcheggio ma l’assessora Del Re non ha nascosto il suo disappunto politico.

Così nella Firenze dei guelfi e ghibellini tutto è una buona occasione per dividere, litigare e contraddirsi. “Che idea della democrazia si ha Palazzo Vecchio? È evidente che certi comportamenti denunciano un potere fragile, a corto di argomenti che in realtà in questa città fa quello che vuole. Un potere che ha paura del dissenso trascinando in tribunale e attaccando i singoli”, ha tuonato Tomaso Montanari, nel corso di una conferenza stampa per il caso di due consiglieri querelati da Roberto Naldi, amministratore della Toscana Aeroporti, che ha ritenute offensive le dichiarazioni espresse sulla vicenda dell’aeroporto di Firenze. La Procura ha chiesto l’archiviazione della querela, ma Naldi ha fatto ricorso.

L’aeroporto fiorentino, altro capitolo caldo nella città dei conflitti incrociati tra attaccabrighe e filo nardelliani, diventa un tassello cruciale nel puzzle strategico del sindaco. Che a sorpresa proprio in questi giorni ha aperto allo scalo di Pisa riconoscendone il primato toscano. Riscuotendo consensi tra i sindaci della costa. Evidentemente a Nardella, il cui mandato scadrà tra due anni, Firenze non basta più.

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