Leila, la biblioteca degli oggetti che a Bologna unisce recupero e condivisione
Quanti oggetti possediamo che utilizziamo una, due, tre volte all’anno? Moltissimi: pensiamo al trapano, alla tenda, alla saldatrice o alle bocce da spiaggia. Soldi buttati, spazio casalingo occupato, risorse terrestri sprecate…
“In fondo abbiamo bisogno di utilizzare, non di possedere”: da questo presupposto nasce nel 2016 Leila, la biblioteca degli oggetti, che si trova a Bologna. Questa “biblioteca” ospita oggetti, messi a disposizione di chi decide di partecipare al progetto. L’iscrizione costa 20 € all’anno e per essere dentro basta portare un oggetto, in cambio si può prendere in prestito tutto ciò che altri hanno messo a disposizione.
Nel mondo sono attivi oltre 30 progetti che hanno lo stesso obiettivo di Leila: condividere oggetti, saperi ed emozioni. Berlino, Vienna, Lipsia, Innsbruck, Londra, Regno Unito, Toronto, Praga e nel 2017 grazie ad una bellissima sinergia con il Comune di Formigine ha aperto il secondo Leila in Italia: Leila Formigine. Mica è finita qui: proprio in questi mesi Leila si sta espandendo nelle biblioteche pubbliche di Bologna, quindi presto ogni biblioteca pubblica di Bologna avrà uno spazio (servizio) di condivisione degli oggetti, oltre che di libri.
Oggi Leila conta 300 soci e oltre 350 articoli che coprono tutti gli ambiti: fai-da-te, casa, cucina, viaggi, sport e tempo libero, inclusi alcuni strumenti musicali e gadget di elettronica di consumo. Nello spazio che ospita Leila, via Serra 2 g/h, una zona abbastanza centrale di Bologna, c’è anche un ambiente adibito al coworking e un’area in cui verranno organizzati dei laboratori di quartiere tenuti da artigiani locali sulla lavorazione del vetro, del ferro, del legno anche dei metalli preziosi.
Ed ecco un altro tassello fondamentale per Leila: quanti lavori artigianali si stanno perdendo? Quanti sono i milioni di giovani e persone disoccupati? Quante le milioni di persone che soprattutto in questo momento storico avrebbero bisogno di un po’ di socialità e di spazi di aggregazione?
Oltre alla condivisione di oggetti, Leila fa della condivisione di conoscenze e del recupero di tecniche e lavori artigianali un altro tassello importante. Giovani e anziani, migranti e italiani, uomini e donne: si favorisce la società, l’inclusività e magari l’apertura di qualche microattività.
Se Leila fosse in ogni città italiana: l’ambiente ne gioverebbe: uno dei principali benefici è la riduzione dell’impronta di carbonio. Prestito in questo caso è sinonimo di risparmio energetico e di risorse. L’economia locale e di prossimità ne gioverebbe: dare valore nelle cose che normalmente verrebbero gettate in discarica, o lasciate invecchiare in fondo ad un armadio, è una spinta concreta nella direzione di un’economia di prossimità, volta a ridurre, riutilizzare e riciclare. Indirettamente questo spinge le aziende a progettare prodotti per la riparazione e i rivenditori a spostare i loro modelli di business verso il noleggio o il leasing. La socialità e l’inclusività ne gioverebbero: le Biblioteche degli oggetti riuniscono le persone e creano comunità. Sono un punto d’incontro intergenerazionale dove anziani e giovani condividono le proprie abilità nella lavorazione del legno, dei metalli, nella riparazione e molto altro.
E non per ultimo questo tipo di biblioteca consente di inseguire nuove ispirazioni e sperimentarsi a cuor leggero. Prendendo in prestito l’oggetto, o comprandolo con l’ottica di condividerlo. Chi vuole aprire una biblioteca degli oggetti nella propria città?
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Altri 43 migranti tornano in Italia dai centri in Albania. Presidente Meloni, errare è umano, perseverare è diabolico. Quanti altri viaggi a vuoto dovremo vedere prima che si metta fine a questa pagliacciata costosa per i contribuenti?”. Così Matteo Ricci, europarlamentare Pd, in un post sui social.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Terzo flop del ‘modello Albania’: la Corte d’Appello di Roma smonta l’ennesima trovata propagandistica del governo Meloni, sospendendo i trattenimenti e disponendo il trasferimento in Italia dei migranti deportati. Per la terza volta, la destra ha provato a forzare la mano e per la terza volta è stata bocciata. Hanno sprecato milioni di euro pubblici, violato diritti fondamentali e messo in piedi un’operazione disumana, solo per alimentare la loro propaganda. Un fallimento su tutta la linea, mentre il Paese affonda tra tagli alla sanità, precarietà e crisi sociale. Ora che farà Meloni? Toglierà la competenza anche alle Corti d’Appello per accentrarla a Palazzo Chigi?”. Così Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale Pd ed europarlamentare.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "La Corte d’Appello di Roma libera di nuovo immigrati irregolari per i quali potevano essere eseguite rapidamente le procedure di rimpatrio e rimette ancora la palla alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei Paesi sicuri. Le ordinanze che non convalidano i trattenimenti nel centro in Albania e che rimettono alla Corte di Giustizia la questione pregiudiziale, insistono sull’individuazione in via generale ed astratta dei “paesi sicuri”, ripercorrendo le motivazioni delle decisioni precedenti, senza giudicare delle posizioni dei singoli migranti. Peccato che la Corte di Cassazione ha ampiamente chiarito, lo scorso dicembre, che questa è una competenza del Governo e non della magistratura. Incredibile che la Corte d’Appello di Roma abbia considerato irrilevante questo principio e insista nel voler riconoscere ai singoli magistrati un potere che è esclusiva prerogativa dello Stato”. Lo dichiara la deputata di Fratelli d’Italia, Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Non stupisce la decisione della Corte d’Appello di Roma di bloccare, per l’ennesima volta, una misura, tra l’altro apprezzata anche in Europa, con cui l’Italia vuole fronteggiare l’immigrazione massiccia e garantire la sicurezza nazionale. I magistrati non usino il loro potere per contrastarne un altro, riconosciuto dalla costituzione e legittimato dagli italiani”. Lo dichiara il deputato della Lega Igor Iezzi.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “La Corte d’Appello di Roma libera ancora dei migranti irregolari che potevano essere rapidamente rimpatriati, rimandando di nuovo alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei paesi sicuri. Ma la Corte di Cassazione aveva chiarito che questa è una competenza del Governo. Evidentemente alcuni tribunali italiani considerano irrilevanti i principi fissati dalla Suprema Corte. Di fronte a questo non posso che esprimere profondo stupore". Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “E anche oggi si certifica il fallimento di Meloni. I Centri per i migranti in Albania non sono la risposta al fenomeno migratorio, che richiede rispetto per i diritti umani e condivisione delle responsabilità a livello europeo. Nei comizi Meloni potrà continuare a dire che fun-zio-ne-ran-no ma nella realtà sono solo uno spreco immane di risorse. Se quei fondi fossero stati spesi per assumere infermieri e medici, o per aumentare gli stipendi di quelli che già lavorano nella sanità pubblica, allora si’ che sarebbero stati utili agli italiani!”. Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e sanità nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “Quella dei Cpr in Albania è una gigantesca buffonata. Siamo di fronte a centri totalmente inutili nella gestione del fenomeno migratorio, pasticciato sul piano giuridico, lesivi dei più elementari diritti umani e anche costosissimi. Il governo dovrebbe scusarsi pubblicamente, chiudere i centri e destinare gli ottocento milioni di euro che finiranno in questi luoghi inutili e dannosi a sostegno della sanità pubblica”. Così in una nota, Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione nella segreteria nazionale del Pd.
non riesci a leggere ilfattoquotidiano.it perché hai negato i consensi relativi alla pubblicità. Per continuare a leggerci accetta i consensi o diventa nostro Sostenitore (in questo modo navigherai senza nessuna inserzione).
Ti ricordiamo che il nostro lavoro ha un costo ripagato dalla pubblicità e dai sostenitori. Il tuo aiuto è per noi indispensabile.
Se clicchi “Accetta i consensi” acconsenti in questo modo al trattamento dei tuoi dati personali mediante l'impiego di tutti i cookie presenti sul sito, fermo restando la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento. Navigherai in modo totalmente gratuito e potrai visualizzare fino ad un massimo di 5 articoli al mese, e vedrai la pubblicità. Che cosa sono i cookie?
Se clicchi su “Rifiuta e Sostienici” sottoscrivi un abbonamento Sostenitore a “ilfattoquotidiano.it”, al costo promozionale di 1€ al mese per 3 mesi. A decorrere dal quarto mese il costo dell'abbonamento diverrà di 5,99€ al mese, il tutto mantenendo le tue attuali impostazioni. Da abbonato potrai navigare senza alcun tipo di pubblicità.
Bernardo Cumbo
Spacciatore di speranza (e creatore di contenuti)
Società - 23 Gennaio 2022
Leila, la biblioteca degli oggetti che a Bologna unisce recupero e condivisione
Quanti oggetti possediamo che utilizziamo una, due, tre volte all’anno? Moltissimi: pensiamo al trapano, alla tenda, alla saldatrice o alle bocce da spiaggia. Soldi buttati, spazio casalingo occupato, risorse terrestri sprecate…
“In fondo abbiamo bisogno di utilizzare, non di possedere”: da questo presupposto nasce nel 2016 Leila, la biblioteca degli oggetti, che si trova a Bologna. Questa “biblioteca” ospita oggetti, messi a disposizione di chi decide di partecipare al progetto. L’iscrizione costa 20 € all’anno e per essere dentro basta portare un oggetto, in cambio si può prendere in prestito tutto ciò che altri hanno messo a disposizione.
Nel mondo sono attivi oltre 30 progetti che hanno lo stesso obiettivo di Leila: condividere oggetti, saperi ed emozioni. Berlino, Vienna, Lipsia, Innsbruck, Londra, Regno Unito, Toronto, Praga e nel 2017 grazie ad una bellissima sinergia con il Comune di Formigine ha aperto il secondo Leila in Italia: Leila Formigine. Mica è finita qui: proprio in questi mesi Leila si sta espandendo nelle biblioteche pubbliche di Bologna, quindi presto ogni biblioteca pubblica di Bologna avrà uno spazio (servizio) di condivisione degli oggetti, oltre che di libri.
Oggi Leila conta 300 soci e oltre 350 articoli che coprono tutti gli ambiti: fai-da-te, casa, cucina, viaggi, sport e tempo libero, inclusi alcuni strumenti musicali e gadget di elettronica di consumo. Nello spazio che ospita Leila, via Serra 2 g/h, una zona abbastanza centrale di Bologna, c’è anche un ambiente adibito al coworking e un’area in cui verranno organizzati dei laboratori di quartiere tenuti da artigiani locali sulla lavorazione del vetro, del ferro, del legno anche dei metalli preziosi.
Ed ecco un altro tassello fondamentale per Leila: quanti lavori artigianali si stanno perdendo? Quanti sono i milioni di giovani e persone disoccupati? Quante le milioni di persone che soprattutto in questo momento storico avrebbero bisogno di un po’ di socialità e di spazi di aggregazione?
Oltre alla condivisione di oggetti, Leila fa della condivisione di conoscenze e del recupero di tecniche e lavori artigianali un altro tassello importante. Giovani e anziani, migranti e italiani, uomini e donne: si favorisce la società, l’inclusività e magari l’apertura di qualche microattività.
Se Leila fosse in ogni città italiana: l’ambiente ne gioverebbe: uno dei principali benefici è la riduzione dell’impronta di carbonio. Prestito in questo caso è sinonimo di risparmio energetico e di risorse. L’economia locale e di prossimità ne gioverebbe: dare valore nelle cose che normalmente verrebbero gettate in discarica, o lasciate invecchiare in fondo ad un armadio, è una spinta concreta nella direzione di un’economia di prossimità, volta a ridurre, riutilizzare e riciclare. Indirettamente questo spinge le aziende a progettare prodotti per la riparazione e i rivenditori a spostare i loro modelli di business verso il noleggio o il leasing. La socialità e l’inclusività ne gioverebbero: le Biblioteche degli oggetti riuniscono le persone e creano comunità. Sono un punto d’incontro intergenerazionale dove anziani e giovani condividono le proprie abilità nella lavorazione del legno, dei metalli, nella riparazione e molto altro.
E non per ultimo questo tipo di biblioteca consente di inseguire nuove ispirazioni e sperimentarsi a cuor leggero. Prendendo in prestito l’oggetto, o comprandolo con l’ottica di condividerlo. Chi vuole aprire una biblioteca degli oggetti nella propria città?
Articolo Precedente
Niente sport per i non vaccinati. Ancora una volta manca il senso della misura
Articolo Successivo
“La Settimana Enigmistica”. Novant’anni e non li dimostra
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Giustizia & Impunità
Albania, la Corte non convalida: liberi i 43 migranti. Opposizioni: ‘Fallimento di Meloni’. Da destra riparte l’attacco ai giudici: ‘Si sostituiscono al governo’
Politica
Almasri, ora la maggioranza vuole eliminare l’obbligatorietà dell’azione penale. M5s e Pd: “Così pm sotto il governo e politici impuniti”
FQ Magazine
Vespa scatenato difende il governo: “Ogni Stato fa cose sporchissime”. Opposizioni: “Superato il limite”
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Altri 43 migranti tornano in Italia dai centri in Albania. Presidente Meloni, errare è umano, perseverare è diabolico. Quanti altri viaggi a vuoto dovremo vedere prima che si metta fine a questa pagliacciata costosa per i contribuenti?”. Così Matteo Ricci, europarlamentare Pd, in un post sui social.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Terzo flop del ‘modello Albania’: la Corte d’Appello di Roma smonta l’ennesima trovata propagandistica del governo Meloni, sospendendo i trattenimenti e disponendo il trasferimento in Italia dei migranti deportati. Per la terza volta, la destra ha provato a forzare la mano e per la terza volta è stata bocciata. Hanno sprecato milioni di euro pubblici, violato diritti fondamentali e messo in piedi un’operazione disumana, solo per alimentare la loro propaganda. Un fallimento su tutta la linea, mentre il Paese affonda tra tagli alla sanità, precarietà e crisi sociale. Ora che farà Meloni? Toglierà la competenza anche alle Corti d’Appello per accentrarla a Palazzo Chigi?”. Così Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale Pd ed europarlamentare.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "La Corte d’Appello di Roma libera di nuovo immigrati irregolari per i quali potevano essere eseguite rapidamente le procedure di rimpatrio e rimette ancora la palla alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei Paesi sicuri. Le ordinanze che non convalidano i trattenimenti nel centro in Albania e che rimettono alla Corte di Giustizia la questione pregiudiziale, insistono sull’individuazione in via generale ed astratta dei “paesi sicuri”, ripercorrendo le motivazioni delle decisioni precedenti, senza giudicare delle posizioni dei singoli migranti. Peccato che la Corte di Cassazione ha ampiamente chiarito, lo scorso dicembre, che questa è una competenza del Governo e non della magistratura. Incredibile che la Corte d’Appello di Roma abbia considerato irrilevante questo principio e insista nel voler riconoscere ai singoli magistrati un potere che è esclusiva prerogativa dello Stato”. Lo dichiara la deputata di Fratelli d’Italia, Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Non stupisce la decisione della Corte d’Appello di Roma di bloccare, per l’ennesima volta, una misura, tra l’altro apprezzata anche in Europa, con cui l’Italia vuole fronteggiare l’immigrazione massiccia e garantire la sicurezza nazionale. I magistrati non usino il loro potere per contrastarne un altro, riconosciuto dalla costituzione e legittimato dagli italiani”. Lo dichiara il deputato della Lega Igor Iezzi.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “La Corte d’Appello di Roma libera ancora dei migranti irregolari che potevano essere rapidamente rimpatriati, rimandando di nuovo alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei paesi sicuri. Ma la Corte di Cassazione aveva chiarito che questa è una competenza del Governo. Evidentemente alcuni tribunali italiani considerano irrilevanti i principi fissati dalla Suprema Corte. Di fronte a questo non posso che esprimere profondo stupore". Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “E anche oggi si certifica il fallimento di Meloni. I Centri per i migranti in Albania non sono la risposta al fenomeno migratorio, che richiede rispetto per i diritti umani e condivisione delle responsabilità a livello europeo. Nei comizi Meloni potrà continuare a dire che fun-zio-ne-ran-no ma nella realtà sono solo uno spreco immane di risorse. Se quei fondi fossero stati spesi per assumere infermieri e medici, o per aumentare gli stipendi di quelli che già lavorano nella sanità pubblica, allora si’ che sarebbero stati utili agli italiani!”. Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e sanità nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “Quella dei Cpr in Albania è una gigantesca buffonata. Siamo di fronte a centri totalmente inutili nella gestione del fenomeno migratorio, pasticciato sul piano giuridico, lesivi dei più elementari diritti umani e anche costosissimi. Il governo dovrebbe scusarsi pubblicamente, chiudere i centri e destinare gli ottocento milioni di euro che finiranno in questi luoghi inutili e dannosi a sostegno della sanità pubblica”. Così in una nota, Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione nella segreteria nazionale del Pd.