I partiti non ci hanno pensato, o forse, se l’hanno fatto, non hanno pronunciato il suo nome. Tutti sanno che il prossimo Presidente della Repubblica sarà Mario Draghi. Tra milioni e milioni di italiani che potrebbero avere tutte le carte in regola per salire al Quirinale, la politica è stata capace solo di rassegnarsi al nome dell’ex banchiere.
Super Mario sembra essere bionico, l’unico in grado di fare tutto. Eppure un nome diverso, un nome di una persona che ha veramente servito le istituzioni, che ha fatto della politica un luogo dove dare voce a chi non ce l’ha c’è: è Luigi Manconi. Il suo nominativo, in queste ore, sta circolando in Rete grazie ad una petizione (che ho firmato) su Change.org lanciata da Elena Stancanelli, Christian Raimo, Alessandro Bergonzoni, Vladimiro Zagrebelsky, Carlo Ginzburg, Fabrizio Gifuni, Anna Foa, Nicola Lagioia, Ilaria Cucchi, Valeria Parrella, Ascanio Celestini, Marino Sinibaldi, Paolo Virzì, Luca Zevi, Giuliano Giubilei, Adolfo Ceretti, Vittorio Emiliani, Marco Cappato, Goffredo Fofi, Giuseppe Di Lello, Federica Resta, Alessandro Portelli, Giacomo Giossi, Franco Lorenzoni, Sandro Veronesi.
Manconi, già Senatore, Sottosegretario alla Giustizia, Presidente della Commissione Diritti Umani del Senato, Direttore dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali e Presidente di A Buon Diritto Onlus, “rappresenta – cita il testo dell’appello – l’esempio più alto dell’impegno di una vita a difesa delle libertà e dei diritti contro ogni forma di discriminazione, di violenza, di abuso. Si è sempre battuto per il rispetto delle garanzie che rendono tale una democrazia, opponendo al populismo (anche penale) un progetto politico riformista nel metodo ma radicale nei contenuti. Ha impegnato tutta la sua vita per l’affermazione dei diritti civili e della pari dignità sociale”.
Io lo ricordo perché come presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani ha promosso la prima mobilitazione intorno alla vicenda di Giulio Regeni ospitando la conferenza stampa dei genitori il martedì di Pasqua del 2016.
Il suo volto è legato al mondo del carcere per la sua lotta a difesa dei diritti dei detenuti e della polizia penitenziaria. Manconi ha detto no allo scellerato referendum costituzionale promosso da Renzi. Ed è sempre lui ad aver iniziato lo sciopero della fame in occasione dell’approvazione dello ius soli. Inoltre è iscritto ad Amnesty International e all’Associazione Luca Coscioni.
Certo non ha il curriculum di Draghi, ma nemmeno di quello di Berlusconi. Non è mai stato Presidente della Camera o del Senato. Non è una donna ma son certo che Manconi potrebbe essere il presidente di tutti gli italiani. E stavolta proprio tutti, anche quelli che non sono mai citati.