Per la procura di Reggio Emilia invece l'uomo, estradato dalla Francia dove era stato arrestato lo scorso settembre, è l’autore materiale e l’organizzatore dell’omicidio della ragazza di 18 anni scomparsa la sera del 30 aprile dalla sua casa di Novellara (Reggio Emilia)
Danish Hansnain avrebbe negato ogni coinvolgimento con la scomparsa della nipote, Saman Abbas la 18enne sparita dalla sera del 30 aprile dalla sua casa di Novellara (Reggio Emilia) dopo essersi opposta a un matrimonio combinato dalla famiglia, con un parente in patria. Nell’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari, Luca Ramponi, il 34enne pakistano avrebbe sostenuto di essere stato “incastrato”. Per la procura di Reggio Emilia invece l’uomo, estradato dalla Francia dove era stato arrestato lo scorso settembre, è l’autore materiale e l’organizzatore dell’omicidio della ragazza.
Il 34enne è lo zio paterno di Saman il cui corpo, nonostante le ricerche, non è mai stato trovato. Procura e carabinieri di Reggio Emilia sono convinti che la ragazza sia stata uccisa perché la famiglia non accettava la sua ribellione alla tradizione. Hasnain era scappato insieme ad altri due cugini in Francia. Ikram Ijaz era stato il primo ad essere individuato e preso a giugno, su un pullman vicino Nimes. Interrogato, ha negato ogni responsabilità con la scomparsa di Saman, ma le accuse su di lui sono state confermate anche dal Riesame. Ancora latitante è invece Nomanhulaq Nomanhulaq, così come il padre e la madre della ragazza, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, partiti il primo maggio per il Pakistan.
Dopo l’arresto lo zio si era opposto ripetutamente alla consegna alle autorità italiane fino all’ultima udienza del 5 gennaio quando, a sorpresa, ha acconsentito al trasferimento. Nei suoi confronti c’era un mandato di arresto europeo per sequestro di persona, omicidio volontario e occultamento di cadavere e di queste accuse ha risposto oggi nell’interrogatorio davanti al giudice, alla presenza del suo avvocato. “Se fossi stato colpevole di quello per cui sono accusato, sarei fuggito in Pakistan, non qui” aveva detto detto ai giudici parigini.
Contro di lui ci sono diversi indizi e soprattutto la testimonianza del fratello minorenne di Saman: “Secondo me l’ha uccisa strangolandola”, ha messo a verbale il ragazzo spiegando che era stato lo stesso zio a confessargli l’omicidio, pur non dicendogli dove era stato nascosto il cadavere. C’è poi il video che lo ritrae insieme ai due cugini, il 29 aprile, vicino a casa, con un piede di porco e una pala: per chi indaga stavano andando a scavare la buca per seppellire la diciottenne. Il pomeriggio del giorno dopo lo stesso Hasnain, ha raccontato sempre il fratello di Saman, avrebbe partecipato a una riunione, a casa Abbas, dove si parlò di come far sparire il corpo, facendolo a pezzi. A suo carico c’è inoltre una conversazione via chat con a una persona a lui vicina: “Abbiamo fatto un lavoro fatto bene”, aveva digitato Hasnain.